Accogliendo le tesi difensive, rappresentate dallo studio legale Nebbia-Lalli di Campobasso, la Corte di Cassazione, su conforme richiesta del Procuratore Generale, ha disposto il dissequestro di un’unità navale commerciale a cui erano stati apposti i sigilli a Termoli ad agosto del 2024.
La ricostruzione incardinata nel ricorso curato dall’avvocato Giuseppe Nebbia, noto tributarista del Foro di Campobasso, e dall’avvocato Francesco Romano, cassazionista Stabiese, evidenziava che, nel caso di specie, non si erano registrate violazioni doganali di sorta e che nessuna Iva all’importazione dovesse essere versata; pertanto, nessun reato
– tanto meno il contrabbando doganale ipotizzato dagli inquirenti – poteva essere contestato, chiedendo, di conseguenza, l’annullamento del provvedimento giudiziale.
Un breve riepilogo dei fatti. Il 28 agosto 2024 scorso i militari del Roan della Guardia di Finanza e i funzionari dell’Agenzia delle Dogane di Termoli effettuarono d’iniziativa il sequestro di una unità navale riconducibile a una società armatrice che opera prevalentemente nel settore del diporto nautico, sul presupposto che non fosse stata istruita alcuna pratica doganale, né versata l’Iva all’importazione.
Convinto della correttezza della propria condotta, conforme a quanto prevedono gli accordi internazionali vigenti e le leggi nazionali in materia, il rappresentante legale della
società decise di impugnare la misura cautelare, nelle more confermata dal Tribunale del Riesame di Campobasso, ottenendo soddisfazione in Cassazione con l’ordinanza emessa nei giorni scorsi, che ha annullato il provvedimento impugnato, disponendo il
dissequestro immediato della nave.
“La decisione dei giudici della Suprema Corte segna un passaggio fondamentale in una vicenda lunga, complessa e non indolore per l’imprenditore nostro assistito” hanno commentato gli avvocati Nebbia e Romano,
“Siamo fiduciosi che la bontà delle nostre tesi difensive possa trovare, in breve tempo, una definitiva affermazione”.