Una ventina di trattori ad aprire il corteo di oltre 150 agricoltori e allevatori con cartelloni e campanacci. Da San Giovannello fino al Consiglio Regionale per ribadire il no deciso all’ostituzione del parco del Matese così come ipotizzato. “Saremo danneggiati ancora più di quanto già lo siamo per altri problemi noti” dicono gli imprenditori agricoli che lavorano sul versante molisano del Matese, che hanno anche incassato la solidarietà di colleghi abruzzesi, arrivati appositamente nel capoluogo.
“Il Parco, così come strutturato, sarebbe una mannaia per chi ricava reddito in quelle zone. Valutiamo legalmente, con i nostri avvocati, se sia legale l’istituzione del Parco così, altrimenti rivediamo i parametri” dice il presidente del Comitato Matese Libero, Romeo D’Andrea.
“Io mi scorderò il pascolo, perché ricade in Zona 1 e con le nuove norme avrò difficoltà. Ho 15 ettari di terreno sul Matese” spiega un allevatore. “Così come è concepito, il parco danneggia la proprietà privata” sottolinea Guglielmo Lauro, il presidente del Comitato Allevatori e Agricoltori del Territorio.
Hanno anche incontrato i consiglieri regionali, nelle scorse ore, dai quali hanno avuto aperture, anche sulla perimetrazione.
Agricoltori e allevatori vogliono che la loro voce venga ascoltata. “Nessuna decisione sia calata dall’alto” dichiarano.
Uno dei problemi più sentiti è quello dei danni causati da fauna selvatica, su tutti i cinghiali. “Una questione annosa ancora senza soluzione”, ribadiscono “che con il Parco sarebbe amplificata, perché gli ungulati avrebbero più protezione”.