Mai come oggi mi sento di dover parlare, attraverso questo meraviglioso libro di Elisabeth Fremant, edito da LIBRERIA pienogiorno, di un argomento, come quello della violenza sulle donne, che dovrebbe spezzare le coscienze, far ribollire il sangue e indurci ad uno stravolgimento culturale epocale.
Mai come adesso che, a distanza di secoli, da quello che è raccontato nel libro, ora che viviamo in una società di diritti, evoluta civilmente, si ripete la mattanza dell’esercito di donne, stuprate, violate nella loro essenza e uccise barbaramente dagli uomini, il più delle volte, da coloro che dicevamo di amarle, a tal punto da ucciderle.
Arriviamo al libro che include , con una lucidità disarmante , tutte le cose che ho detto fino ad ora, , raccontando la storia di una grande artista , una giovane ragazza , di nome Artemisia Gentileschi , artista rinascimentale caravaggista romana , di grande talento , famosa per le sue opere che rappresentano l’ eroicità della figura femminile come nel suo celebre dipinto della “Giuditta che decapita Oloferne” ed altre ancora, in cui la sua bravura, si espande nel suo spirito artistico e nel suo talento innato.
Figlia di Orazio Gentileschi, anch’egli pittore e avviata da lui stesso alla pittura, rivela, sin dalla sua giovane età, un talento che supera quello del padre e una caparbietà e orgoglio che non era proprio delle donne di allora.
Il libro racconta la storia di questa ragazza in una società in cui non c’era posto per l’affermazione esclusiva della donna e nello stesso tempo, la femminilità veniva deturpata dalla voracità degli uomini, come il pittore Tozzi, che in presenza di un talento indiscutibile, si appropria, nel modo più barbaro e violento della intimità di Artemisia, la avvicina e la violenta, la stupra.
A questo atto seguiranno una scia di eventi dettati dalla mentalità maschilista dell’epoca, tale da portare al disprezzo e alla esclusione dalla società, della giovane artista e di tutta la sua famiglia.
Saranno offuscate le sue doti artistiche e il suo “onore” compromesso solo perché ella non vorrà acconsentire a sposare l’uomo che l’aveva presa con la forza, che si scoprirà poi già sposato.
Condotta ad un processo, Artemisia sarà sottoposta a torture indecifrabili , resa vittima di una giustizia unilaterale e ignobile, ma lei rimarrà sempre fedele a se stessa e alle sue convinzioni, tanto da essere scagionata.
Provata nello spirito e nel fisico, tornerà al suo splendore, allontanandosi da Roma per giungere a Firenze, dove troverà la stabilità emotiva e professionale.
Le pagine di questo libro affondano nel contesto storico e sociale dell’epoca , il Cinquecento, in cui gli stereotipi maschilisti e classisti , si abbattono sulle donne e sui più deboli, la concorrenza sleale e le commissioni degli artisti sono legati alla appartenenza alle varie classi sociali e tanto di torbido macchia l’onestà, la bravura dei più e soprattutto delle donne , considerate esseri inferiori e per ciò stesse non adeguate ad emergere. Lo stesso Orazio Gentileschi, padre di Artemisia, cerca di derubricare il talento della figlia, fingendosi, esso stesso, l’autore di alcune sue opere.
E’ questa un’opera di finzione , tuttavia – dice l’autrice – sono stati riportati i fatti reali della vita di Artemisia che fu, nonostante le condizioni avverse, la prima donna a essere ammessa alla prestigiosa Accademia delle arti e del disegno di Firenze. La sua carriera la portò in tutta Italia e anche in Inghilterra, dove dipinse per Carlo I e sua moglie , la regina Enrichetta Maria. Ma sono le sue opere e i soggetti che sceglie di dipingere a dare voce alla sua arte: una litania spesso cruenta di eroine.
Nonostante il successo, Artemisia venne dimenticata, in parte perché il suo stile andò fuori moda ma anche a causa di una più generale scarsa considerazione per le pittrici donne. Nel 1867 riemersero le trascrizioni del processo a Tassi e si riaccese in qualche modo l’interesse per Artemisia.
Solo sul finire del Novecento la sua opera venne considerata facente parte del canone , e lei diventò una specie di simbolo femminista del mondo rinascimentale.
La stessa autrice, vittima di violenza, per ciò stesso ha voluto riportare alla luce questa terribile realtà attraverso la storia di Artemisia e del suo “stupro”.
L’autrice
Elizabeth Fremantle è considerata la più emozionante voce della narrativa storica contemporanea. I suoi libri sono tradotti in tutto il mondo. Membro della prestigiosa Historical Writer’s Association, scrive regolarmente per Vanity Fair, The Sunday Times, The Wall Street Journal e The Finalcial Times. La disobbediente è un bestseller accolto come un capolavoro da lettori e critica.
Marilena Ferrante
Nasce a Isernia, dove vive tuttora. Docente di Lettere presso la Scuola secondaria di primo grado “San Giovanni Bosco”, giornalista pubblicista e scrittrice.
Ha pubblicato quattro raccolte poetiche: “Quel che avrei potuto dirti” (2015), “Un passo dal cuore” (2016), entrambe per Volturnia Edizioni, “Gli occhi del silenzio“ (Bertoni Editore, 2021) e “Nuda memoria” (SetArt Edizioni, 2024). Ha scritto anche il romanzo “La neve di marzo” per L’Erudita di Giulio Perrone (2021).
Molti suoi scritti sono presenti in antologie letterarie quali “Vite che tremano” (Volturnia edizioni , 2016), “Cartoline dalla terra che forse esiste” (L’Erudita, 2018) e altre ancora.