Quattro mesi tra promesse e silenzi. Ora il comitato per il referendum per l’annessione della provincia di Isernia all’Abruzzo passa alle vie di fatto: attraverso un’istanza presentata al Capo dello Stato, viene chiesta la tutela di un diritto sancito dalla Costituzione.
Più di cinquemila firme raccolte per indire il referendum entro le date dell’8 e il 9 giugno e consegnate il 12 dicembre scorso, poi la Provincia di Isernia ha dichiarato l’iter di presentazione «improcedibile». Un «malinteso burocratico», venne definito ai tempi dallo stesso presidente Daniele Saia, risolvibile attraverso il confronto in consiglio provinciale.
Da allora però la situazione non è cambiata, ed anzi, il risultato è che le firme raccolte sono finite in un pantano burocratico.
Ecco perché martedì scorso il comitato ha presentato attraverso il professor Alfonso Celotto, uno dei massimi esperti costituzionalisti italiani, il ricorso al capo dello Stato. Ricorso necessario, spiega uno dei promotori del comitato, l’avvocato Ottavio Balducci, ma ormai l’idea del referendum a giugno sembra essere definitivamente tramontata.