Pasqua! Vocati all’abbraccio del Risorto per un nuovo germoglio di vita e di senso nella storia degli uomini
Al Popolo di Dio della santa Chiesa che è in Termoli- Larino,
pace e gioia nel Signore Gesù Cristo
Carissimi,
per la prima volta posso rivolgermi a tutti Voi per augurarVi: Buona Pasqua!
E lo faccio con quella gioia che nasce dalla convinzione – condivisa con tutti i fratelli e sorelle nella fede – che Il Signore è veramente risorto, vivo e presente dentro la storia di ciascuno di noi, pellegrini attraverso i sentieri di un tempo e di uno spazio che, sebbene tormentati, Cristo ha di fatto redento e dove – il Vivente – rimane con noi tutti i giorni, fino alla fine del mondo (Cf Mt 28,20).
La gioia pasquale si dà dentro la storia. Guidati e sorretti dalla liturgia della Settimana Santa che stiamo vivendo, possiamo guardare al mistero della Risurrezione del Nostro Signore Gesù Cristo, consapevoli che il Risorto compie, nella sua Pasqua, quell’abbraccio totale della nostra povera umanità, iniziato con l’Incarnazione del Verbo. Questa nostra umanità, dolorante ma piena di speranza, è ormai redenta e la vita ha avuto il sopravvento sulla morte.
Alla luce dell’evento pasquale, come singoli, ma prima di tutto come Chiesa diocesana, impegnata nel cammino sinodale, assieme a tanti uomini e donne di buona volontà, non possiamo, e non vogliamo, rimanere estranei alla storia, agli interrogativi generati da tutto quanto viviamo ogni giorno. E rianimati dalla potenza della Pasqua, ci rilanciamo all’abbraccio del Risorto che vive nei Sacramenti della Chiesa, come anche in ogni fratello e sorella, a cominciare da quanti sono nel dolore e nella precarietà: sofferenti nel corpo e nello spirito, ammalati, migranti, vittime di multiformi ingiustizie, di guerre e disordini che sconvolgono il mondo.
La Risurrezione del Signore rende doveroso il nostro “grazie” al Padre, datore di ogni bene, per i tanti “operatori di misericordia e di pace”, che non mancano in ogni dove, “icone credibili” e – che ne siano consapevoli o meno – annunciatori autentici del Vangelo di salvezza in mezzo a tanta diffusa violenza, al terrorismo contagioso, al nuovo disordine mondiale, alla cultura dello scarto che eleva muri e barriere verso i deboli e sofferenti, al nichilismo brioso della morte – cominciando da quella “decretata” dal primo concepimento fino al termine naturale della vita – e fino ai nostri ricorrenti difetti, spesse volte, quando non riconosciuti e accettati, fomite di ogni sorta di esasperata aggressività.
Ma Gesù è il Risorto. Non aspetteremo, rassegnati, i “tempi ultimi” per vedere una umanità risorta e pacificata. Sotto la “pirotecnica” superficie del male pullula la vita buona del Vangelo. Quella dei martiri odierni, uccisi anch’essi, come gli antichi, per il solo nome cristiano, e quella di quanti, umili e semplici, onesti e generosi, sono lampade viventi, se non addirittura fari che illuminano, di eroica dedizione i nostri giorni.
Gesù è il Risorto e vive con noi. Egli è primizia di quel mondo che è nato in Lui e che germoglia nella storia.
Auguro pertanto il dono pacificatore della Pasqua: con Dio, con i fratelli e sorelle, e con se stessi, perché sia dato, a tutti e a ciascuno, di divenire “costruttori di pace” nelle proprie famiglie, nel mondo del lavoro e nella società tutta, mentre affido questi voti alla materna intercessione della Vergine Maria, Madre della Speranza e Regina della Pace: Ipsa propitia pervenis.
Con una affettuosa benedizione
+ Claudio, vescovo