Casini: “Votare Sì, perchè se vince il No consegneremo il Paese a Grillo. Votare Sì al referendum perchè la scelta è quella tra cambiare il Paese adeguandosi ai tempi, oppure restare nel passato, un passato che l’Italia oggi non può più permettersi, davanti alla globalizzazione e ai movimenti migratori che hanno rimesso in discussione gli equilibri mondiali”. Questo il messaggio di Pierferdinando Casini, leader dei centristi, invitato in Molise da Mimmo Izzi, coordinatore regionale del movimento politico che fa capo al presidente della Commissione esteri della Camera. Un Mimmo Izzi che Casini, in vista delle prossime elezioni regionali, vedrebbe con favore a Palazzo Moffa per rappresentarte i moderati del Molise. Presenti in sala ad ascoltare Casini numerosi esponenti politici di tutti gli schieramenti, il suo intervento è stato preceduto da quello di Gianni Di Giandomenico, ex presidente della Regione ma anche storico e rettore dell’università Pegaso che ha spiegato i contenuti della riforma e i suoi riflessi sui contesti regionali. Tornando a Casini, il leader politico dei Centristi ha elencato i tre motivi per cui bisogna votare Sì: «Al primo posto l’abolizione del Cnel, un ente praticamente inutile, un ufficio studi che può andare tranquillamente in pensione, nessuno se ne accorgerà. Al secondo posto la questione dei conflitti istituzionali tra Stato e Regioni, creati dal Titolo V e che sarebbero cancellati, restituendo le competenze di interesse nazionale al governo centrale. Terzo punto, l’abolizione del bicameralismo perfetto che è un ‘unicum’ italiano. Non esiste in nessun altro paese del mondo e rallenta i tempi delle decisioni in maniera inaccettabile. Infine, la questione politica: votare Sì per andare avanti, per far capire al mondo che l’Italia piò voltare pagina e perchè, dalle macerie provocate dalla vittoria del No, uscirebbe un unico vincitore: Beppe Grillo, con il suo popolarqualunquismo. Renzi ha pregi e difetti, ma votare No significherebbe consegnare l’Italia nelle mani dei Cinque Stelle e di Viginia Raggi».