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domenica, Dicembre 22, 2024

Regione Molise, il turpiloquio viaggia su Facebook. Nei guai un funzionario regionale

AperturaRegione Molise, il turpiloquio viaggia su Facebook. Nei guai un funzionario regionale

di MICHELE  MIGNOGNA

Inquietante post di un funzionario regionale. L’alto dirigente affida a Facebook una serie di insulti e contumelie legate al proprio lavoro. Presa di mira anche la classe politica regionale. 

“Beh, mò mi avete veramente rotto il cazzo. Andate a fare in culo tutti quanti, venduti, questuanti e politici di quattro soldi, che cavalcate l’onda per dare un senso agli 8.000 euro netti al mese che intascate”. Questa frase, incredibile ma vera, chiude un post apparso su Facebook lunedì scorso (7 novembre) a firma di alto funzionario regionale in forza alla Direzione Generale della Giunta Regionale. Al fuoco d’artificio finale, nel post erano preceduti altri botti: “Coglioncello”, “bandito”, “sciacquini”, questi gli aggettivi usati dall’autore del post che, nei successivi commenti, riferendosi ai propri bersagli, non si è certo risparmiato definendoli: “Un manipolo di vermiciattoli che non riescono nemmeno a strisciare nel loro viscidume”. Di cosa stiamo parlando: di fatti privati, di calcio, di vacanze andate male, di un ristorante dove si è contratta un’intossicazione? Macché! Stiamo parlando delle funzioni pubbliche e delle mansioni che l’alto funzionario svolge all’interno della Regione Molise. E’ lui stesso a scriverlo nel post, salvo poi definirle, le une e le altre, “cazzatelle di poco conto”. Tutto questo incredibile turpiloquio nasce da due inchieste giornalistiche: la prima riguardante il mancato pagamento della produttività ad alcuni dipendenti regionali, la seconda riferita all’assunzione mirata di quattro disabili in Regione. Viene da chiedersi se tutto ciò sia possibile, consenti e lecito. Può un funzionario regionale esprimersi con linguaggio da trivio riferendosi al lavoro che svolge? Inoltre, qui non siamo in presenza di uno sfogo privato ma di una colata di insulti veicolati ad una platea indistinta di persone attraverso il social network più potente al mondo: Facebook. Esiste in Regione Molise ancora un senso del decoro e della misura a cui sono tenuti i dipendenti regionali, oppure tutto è consentito, finanche il turpiloquio. Fosse stata una ditta privata, sarebbe stata già attivata una procedura disciplinare con relative sanzioni. In Regione Molise pare nessuno si sia accorto di nulla, a tal punto che qualcuno ancora dotato di senso civico ha fotocopiato il post in questione e lo ha distribuito martedì scorso nell’aula del Consiglio regionale. Pare infatti che sui banchi dei consiglieri, ad un certo punto della giornata, sia apparso l’incredibile scritto. Il riferimento agli “8.000 euro netti” appare evidente. Stiamo parlando quindi di un attacco, che tra le altre cose, si riferisce ai Consiglieri regionali. Quello che ci si deve attendere – il minimo sindacale – è che la Regione Molise faccia immediatamente chiarezza. A chi tocca? Al presidente della Regione, in primis; all’assessore al Personale che, da quanto risulta per tabulas, coincide con lo stesso presidente della Regione; infine al presidente del Consiglio regionale, stante l’insinuazione e l’offesa evidente ai componenti dell’assemblea. In una Regione normale questo sarebbe già avvenuto, compresa l’adozione di sanzioni severe a carico dell’interessato. Ma il Molise, è una Regione normale?

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