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domenica, Dicembre 22, 2024

Sanità oscura, ma quanto costano davvero i privati?

AperturaSanità oscura, ma quanto costano davvero i privati?

pastoreI misteri della sanità regionale del Molise, non si sa quando iniziano, ma di sicuro ancora non sono finiti. Il sospetto lo genera un post su Facebook di Lucio Pastore, ex primario facente funzioni del Pronto Soccorso di Isernia. Pastore sulla sua pagina pone un imbarazzante domanda: ma la sanità privata nel 2016 quanto costa alle tasche dei molisani?

La cifra che è riportata sul decreto del presidente e commissario, Poalo Frattura, nel suo decreto numero 63 del 23 novembre, e cioè 117 milioni, oppure la cifra indicata sul Piano operativo straordinario, ovvero 158 milioni?

Il dilemma non è da poco, perchè, a seconda dei casi, ci fa uscire o entrare dal Piano di rientro e, conseguentemente, dall’aliquota massima aggiuntiva dell’Irpef regionale, applicata ai poveri contribuenti molisani. Per capirci, chi ha la sfortuna di risiedere in Molise paga la massima aliquota aggiuntiva delle tasse sui redditi perchè c’è un buco milionario nei conti della sanità e fin quando non si rientra dal deficit quell’aliquota la continueremo a subire al massimo. Ora Lucio Pastore, carte alla mano, ha scoperto che il decreto di rimborso degli erogatori privati, per intenderci Neuromed, Cattolica, Villa Ester, Villa Maria, Gea e tanti altri ancora, per il 2016, arriva a un totale di spesa di 117 milioni, con i maggiori fruitori che sono Neuromed, con circa 42 milioni, e Cattolica, con circa 37, seguiti da tutti gli altri con cifre decisamente minori. Ma, e qui bisogna capire che succede, sulle previsioni di budget del Piano operativo straordinario, le spese per la sanità erogata dai privati ammontano a un totale di 158 milioni. Una differenza non da poco, fa notare Pastore, di una quarantina di milioni, che da sola vale il piano di rientro. In altri termini, per essere più chiari, se la vera spesa è di 117 milioni, come decretato da Frattura, non dovremmo essere più nel Piano di rientro e quindi le nostre tasse dovrebbero scendere. Se, invece, conta il Piano operativo starordinario, le spese per i privati sono 158 milioni e quindi continueremmo a stare nel piano di rientro. Quello sollevato da Pastore è un dubbio legittimo e ci incuriosisce assai, avendo una ricaduta sulle nostre tasche. Ma dal dubbio esternato da Pastore derivano anche altre considerazioni, come quella che il Molise spende centinaia di migliaia di euro all’anno di stipendi a dirigenti esterni, con il risultato di non far capire ai cittadini quali sono le carte giuste da leggere. Paolo Frattura ha tagliato posti di lavoro e posti letto, da un capo all’altro della regione, ma non ha tagliato un solo centesimo a consulenti e dirigenti, che continuano a dare i numeri sui conti reali della sanità regionale. Ma non è solo la sanità privata che fa andare fuori orbita i conti regionali. C’è anche quella pubblica che, a leggere bene le carte, continua ad essere contradditoria con ogni virtù. Non ci sono soldi per assumere, ma ci sono i soldi per pagare turni aggiuntivi a quei pochi medici rimasti in servizio che se la sentono di fare le ore piccole. Qualcuno di loro guadagna fino a quindicimila euro al mese, infatti, per ogni notte di servizio in più, rispetto all’orario normale, incassa fino a sei-settecento euro lordi. Ci sono medici che, solo di turni aggiuntivi, prendono altri due stipendi. Perchè non spendere quei soldi per far lavorare giovani medici disoccupati?

E perchè non stabilire, come direttiva standard per tutti gli erogatori privati, che si paga il conto, per i ricoveri provenienti da fuori regione, solo dopo il rimborso delle rispettive regioni di provenienza?

I conti della sanità molisana saranno pure sballati e continuiamo a restare nel piano di rientro, con tutto ciò che ne consegue, ma davvero un qualunque ragioniere farebbe di meglio di Frattura e dei suoi preziosi consulenti. Il vero dubbio è che quei conti non debbano quadrare perchè, altrimenti, per qualcuno finirebbe la pacchia.

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