A Larino e Venafro le cosiddette unità di degenza infermieristica sono diventate realtà, ma ad oggi non si sa quali servizi saranno effettivamente in grado di garantire le due strutture, né sono chiare le competenze. Per ora l’unica certezza è che il Vietri e il Santissimo Rosario non sono più degli ospedali, mentre è forte il timore che possa crearsi una confusione di ruoli tra personale medico e infermieristico, è il parere di David Di Lello, responsabile per il Molise dell’Aaroi-Emac, il sindacato degli anestesiti e rianimatori: “Il sindacato esprime un deciso dissenso rispetto alla notizia così come è stata diffusa. Non essendo ad oggi, infatti, resi noti i protocolli e percorsi assistenziali coi quali si intenderà gestire i pazienti che ivi saranno degenti, vi è il forte timore che potrà verificarsi una confusione di ruoli tra personale medico ed infermieristico. Si ricorda, a tal proposito, come competa solamente al medico la gestione terapeutica e clinica del paziente, mentre all’infermiere quella assistenziale. Vi è, dunque, il timore di una “traslazione delle responsabilità, non consentita dall’ordinamento” e già sottolineata dal TAR Umbria con sentenza 764/2016 avverso una analoga istituzione delle U.D.I.”. Neanche a Termoli e Isernia le cose vanno meglio. Il depotenziamento delle due strutture è ormai sotto gli occhi di tutti, mentre l’idea di sopprimere alcune unità operative complesse potrebbe non produrre il risparmio sperato, visto che parallelamente si creano strutture burocratiche che poco hanno a che vedere con la cura dei pazienti: “Se la notizia della attivazione delle Unità di Degenza Infermieristica viene analizzata parallelamente a quanto trapela circa la soppressione di numerose Unità Operative Complesse mediche presso gli ospedali di Isernia e Termoli, tra cui quelle di Anestesia e Rianimazione, ancora più forte è la preoccupazione della Sezione Regionale del Molise AAROI-EMAC su quella che potrà essere la funzionalità di ciò che resterà della Sanità pubblica nella regione Molise. L’AAROI-EMAC, dunque, chiede un doveroso e immediato formale confronto istituzionale che non solo chiarisca e dirima tutti i dubbi innanzi illustrati, ma volto ad esaminare ogni aspetto dell’Atto Aziendale che l’ASREM pare si accinge ad adottare”.