di PASQUALE DI BELLO
Quella andata in scena nell’aula del Consiglio regionale è la cronaca di una morte annunciata di cui si conosce il nome, il cognome e il doppio cognome del futuro trapassato: Paolo di Laura Frattura. Per la prima volta, dopo quattro anni di assistenza da parte di una maggioranza monolitica e ossificata al cospetto della quale la storica e granitica maggioranza bulgara è stata l’equivalente dell’armata Brancaleone; per la prima volta, dopo una lunghissima stagione di battimani e battitacchi, il presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, viene battuto nell’aula del Consiglio regionale da uno schieramento trasversale che va dal Movimento 5 Stelle sino al Partito democratico. La buccia di banana sulla quale Frattura è scivolato è la legge istitutiva dell’Egam, l’ente di gestione delle risorse idriche molisane. Il testo uscito dalla Commissione e approdato in aula è stato impallinato dalla presentazione di 108 emendamenti, una mole robusta di variazioni sul tema che hanno mandato in tilt la maggioranza o almeno quella che resta di essa. Perché una maggioranza non esiste più. L’inedito schieramento trasversale si è manifestato a proposito della istituzione del direttore generale dell’Ente voluto da Frattura e Nagni. Un super manager che sarebbe costato ai molisani la bellezza di 167mila euro all’anno. Una vera e propria follia visti i tempi che corrono. L’emendamento che ha cancellato l’ennesima figura clientelare dell’ennesimo carrozzone pre elettorale è stato votato per appello nominale, cosi come chiesto dall’ex presidente della Regione Molise, Michele Iorio, affinché restassero agli atti in maniera chiara e in equivoca i nomi e i cognomi dei favorevoli e dei contrari. E’ finita così: hanno votato a favore dell’abolizione del super manager super pagato i consiglieri: Cavaliere, Federico, Fusco, Iorio, Lattanzio, Manzo, Niro, Petraroia, Sabusco, Scarabeo e Totaro. Di segno opposto la votazione di coloro che sono usciti bastonati da un voto che segna una svolta nella legislatura, esattamente i consiglieri: Ciocca, Cotugno, Frattura, Di Nunzio, Di Pietro, Facciolla, Ioffredi, Micone, Monaco e Parpiglia.
Se si considera che i consiglieri Monaco e Micone sono due transfughi passati dalla opposizione alla maggioranza è evidente che Frattura, politicamente, non esiste più. La seduta, per la cronaca, è stata aggiornata al 31 marzo.