di GIOVANNI MINICOZZI
Non poteva finire peggio per la Regione la vicenda giudiziaria stravinta su tutti i fronti dall’ex Direttore Generale della protezione civile Giuseppe Giarrusso al quale e’ stata riconosciuta la correttezza del suo operato e un risarcimento pari a 210.000 euro gia’ erogati e reperiti dalle casse pubbliche della Regione. Dunque un capriccio del Presidente e del consigliere delegato Salvatore Ciocca che ha determinato uno sperpero di pubblico danaro rispetto al quale la Corte dei Conti potrebbe e dovrebbe fare chiarezza. La vicenda ebbe inizio 4 anni fa’ quando il neoeletto Presidente Paolo Frattura intervenne telefonicamente in diretta a Moby Dick preannunciando l’immediata rimozione di Giarrusso dal vertice della protezione civile e addebitato allo stesso una serie infinita di gravi irregolarita’ ed inadempienze. Era il 14 marzo 2013, la sera prima della proclamazione degli eletti da parte della commissione elettorale centrale. Nei giorni successivi la Regione formalizzo’ una sfilza di contestazioni a Giarrusso e lo esonero’ dall’incarico dopo una sospensione cautelare durata sei mesi. Giarrusso impugno’ i provvedimenti adottati e il giudice del lavoro del tribunale di Campobasso con sentenza di primo grado certifico’ la totale correttezza dell’operato del Direttore Giarrusso e gli riconobbe un risarcimento pari a circa 600.000 euro. All’atto del decreto ingiuntivo formalizzato da Giarrusso alla Regione venne richiesta la sospensiva per mancanza di risorse disponibili. Il giudice accolse la richiesta e si riservo’ di decidere nel merito successivamente. Intanto la Regione appello’ la sentenza di primo grado e in sede di giudizio chiese una pacifica transazione davanti al giudice della Corte d’Appello. Nei giorni scorsi e’ stato sottoscritto l’accordo definitivo che prevede un risarcimento pari a 210.000 euro in favore di Giuseppe Giarrusso e il totale riconoscimento della Regione della correttezza professionale tenuta da Giuseppe Giarrusso nelle sue funzioni di direttore generale della protezione civile.Dunque un ripensamento postumo delle accuse a suo tempo mosse contro Giarrusso che ha comportati un costo per la collettivita’ pari a 210.000 euro per rimborsare Giarrusso e ulteriori 600.000 euro circa per i direttori che si sono avvicendati al suo posto. Naturalmente soddisfatti i difensori di Giarrusso, gli avvocati Pino Ruta e Margherita Zezza che hanno dichiarato: “finalmente e’ stato riconosciuto il corretto operato di Giarrusso e la sua alta professionalita’ che ha dato lustro ed efficienza alla protezione civile da lui gestiita con maestria”.
Ma non finisce qui. Infatti lo stesso Giarrusso chiamato a giudizio dalle sorelle Maria Teresa e Giuditta Lembo (ancora consigliere delle pari opportunita’) per diffamazione a mezzo Facebook e’ stato assolto dal giudice con formula piena perche’ “il fatto non costituisce reato”. Per altro la Signora Maria Teresa Lembo, il cui contratto a termine non era stato rinnovato a suo tempo dal direttore Giarrusso, risulta essere ancora dipendente della protezione civile con contratto prorogato ripetutamente dagli attuali vertici e in scadenza al prossimo 31 dicembre.La domanda e’ d’obbligo: ma come mai sono stati mandati a casa tutti i vincitori del famoso concorsone unitamente ad altri precari mentre la signora Maria Teresa Lembo continua a lavorare? Due pesi e due misure? Trattamenti particolari? Sarebbe opportuno un chiarimento da parte degli attuali vertici della protezione civile e da parte dello stesso presidente Frattura per non lasciare dubbi di favoritismi o di illegalita’.