Ampi consensi per il sit in organizzato a Bagnoli del Trigno per protestare per lo stato delle strade provinciali. L’incontro ha preso il via in località “Candela” della strada per Sprondasino. Franco Mastrodonato ha introdotto i motivi della protesta, ha dato poi lettura della lettera inviatagli dal Presidente della Provincia Coia, nonché della sua risposta al medesimo. Ha preso quindi la parola il Sindaco di Bagnoli del Trigno Angelo Camele, poi il Sindaco di Salcito Ugo Adduocchio, quindi il vicesindaco di Civitanova del Sannio Marianna Battista, nonché i due capilista che si fronteggiano per le prossime amministrative, sempre a Civitanova, Roberta Ciampittiello e Sergio Palazzo, quindi, a chiudere, l’intervento del parroco di Bagnoli don Mauro Di Domenica. Gli amministratori, condividendo e denunciando la gravità della situazione, hanno palesato le difficoltà nell’amministrare e soprattutto il difficile dialogo con le istituzioni provinciali e regionali; diversi gli inviti a collaborare ed a fare gruppo per difendere meglio gli interessi del territorio. Il Comitato, per bocca del suo portavoce Franco Mastrodonato, ha invitato gli amministratori comunali, ma anche quelli provinciali, Presidente e Consiglieri tutti, “ad assumere misure di protesta maggiormente incisive e d’impatto, come la consegna della fascia al Prefetto e finanche le dimissioni in blocco. Solo così facendo la protesta potrà avere una risonanza maggiore, che travalichi il caso Bagnoli, per ottenere risultati concreti. L’UPI, Unione delle Province, comunica che ben 5.000 chilometri di strade provinciali sono chiuse, mentre il 52% ha un limite di velocità inferiore a 50 km/h perché non sicure. Sono questi i disastri prodotti dalla legge Delrio e dai tagli dissennati della furia populista, che voleva eliminare le Province ed ha prodotto invece un vero e proprio aborto costituzionale, trovando a disposizione un Governo disponibile alla pratica. Il Comitato, pur comprendendo le difficoltà degli amministratori, rientrando nel merito del caso Bagnoli, comunque chiede: l’immediata messa in sicurezza delle frane in questione; l’avvio di una progettazione per il ripristino della situazione quo ante; il ritiro della delibera della limitazione di velocità a 50 km/h. Le prossime mosse del Comitato saranno quelle di favorire la formazione di altri gruppi di protesta spontanei, creando una rete finalizzata a dare voce a quanti vogliono battersi per non vedere franare il nostro caro Molise”.