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lunedì, Dicembre 30, 2024

Venafro. Omicidio in corsia, i familiari della vittima: si accerti il ruolo della Asrem

AttualitàVenafro. Omicidio in corsia, i familiari della vittima: si accerti il ruolo della Asrem

É stato fissato per domani mattina l’interrogatorio di garanzia di Anna Minchella, l’infermiera di 45 anni accusata di aver ucciso Celestino Valentino facendogli ingerire acido cloridrico mentre era ricoverato al Santissimo Rosario. In queste ore l’avvocato, Aldo Moscardino, sta valutando la strategia difensiva da adottare davanti al Gip del tribunale di Isernia Vera Iaselli. Finora l’indagata non ha fornito la sua versione dei fatti, ha riferito il procuratore capo Paolo Albano durante la conferenza stampa di ieri. Stando alle ricostruzioni degli inquirenti, la donna entrò in azione il pomeriggio del 22 giugno dello scorso anno. Quel giorno non era in servizio. Dopo aver comprato l’acido in un supermercato non molto distante dall’ospedale – come testimoniato da un video – recuperò una siringa a spruzzo e attuò il suo piano, spruzzando la sostanza velenosa nella bocca del pensionato, tra l’altro impossibilitato a difendersi per via delle sue gravissime condizioni di salute. L’uomo morì dopo una settimana di sofferenze atroci al Veneziale di Isernia. In questi mesi gli investigatori dell’Arma dei Carabinieri hanno ricostruito tutti i movimenti della donna, raccolto video, testimonianze e altre prove, ma la svolta è arrivata con l’esito degli accertamenti affidati al Ris. Chiaro anche il movente: l’infermiera avrebbe agito per vendetta nei confronti della figlia della vittima, sua collega, che a differenza sua, era riuscita a evitare il trasferimento dal santissimo rosario perché doveva prendersi cura del padre. Dopo un anno la svolta nelle indagini, accolta con sollievo dalla famiglia Valentino, ha riferito il legale di fiducia, Alfredo Ricci: “L’arresto della donna indagata per l’omicidio del sig. Celestino – si legge in una nota – è un risultato rilevante su un piano processuale quanto determinante su un piano emotivo. In questi giorni cade il primo anniversario dell’aggressione subita dal sig. Celestino e della conseguente morte. È bene ricordare che il sig. Celestino era immobilizzato in un letto dell’Ospedale “SS. Rosario”, senza possibilità di deambulare né di parlare, quando venne aggredito da una persona che gli somministrò violentemente per via orale una sostanza caustica; non poté difendersi e neanche urlare per chiedere aiuto. La sostanza caustica corrose gli organi interni fino a provocare la morte del sig. Celestino dopo una lunga e atroce agonia durata giorni. A distanza di un anno, l’arresto di colei che fin dal primo momento venne individuata quale indagata costituisce un segnale importante. Certamente questo arresto non restituisce il sig. Celestino ai suoi familiari, ma avvia il percorso della Giustizia verso un risultato definitivo, confidando che il processo inizi quanto prima; e consente di evitare che l’indagata possa fare del male ad altre persone, tenuto conto che da diversi mesi aveva ripreso a lavorare come se nulla fosse. Il tempo e l’esame del fascicolo di indagine, non appena disponibile, dirà come sono andati in dettaglio i fatti; si capirà anche il ruolo dell’ASREM – sia dei dipendenti ospedalieri sia della direzione aziendale – in questa vicenda, prima e dopo. Per ora l’arresto dell’indagata restituisce un po’ di serenità a chi – i familiari della vittima – da un anno vive un incubo, pur nella fiducia mai perduta nella Giustizia e negli inquirenti. Con l’occasione i familiari del sig. Celestino intendono ringraziare, e in modo non formale ma sentito, tutti coloro che hanno profuso in questo anno il massimo impegno professionale nelle indagini. Il ringraziamento di cuore va, in particolare, al Procuratore dott. Albano e a tutti i Carabinieri del Nucleo Operativo di Venafro, comandati dal Maresciallo Falegnami. Potrebbe dirsi che hanno fatto il loro dovere, è vero; ma è vero che il proprio dovere si può fare in molti modi, e chi si è impegnato in questa vicenda lo ha fatto con una serietà, una dedizione e un’umanità che fanno onore alle persone e allo Stato che rappresentano. Per questo a loro va il ringraziamento dei familiari del sig. Celestino”.

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