Presentato il Cantiere archeologico “Le Camerelle” di Pozzilli. Nella Sala Convegni del Centro Servizi dell’I.R.C.C.S. Neuromed è stato dato ufficialmente l’avvio ai lavori promossi grazie all’accordo Quadro, stilato nel dicembre del 2016, tra la Fondazione Neuromed e l’Università di Roma “Tor Vergata”. Presenti all’incontro il Presidente della Fondazione Neuromed, Mario Pietracupa; la Soprintentente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Molise, Teresa Elena Cinquantaquattro; il Direttore Generale di Tor Vergata, Giuseppe Colpani; il Direttore Scientifico del progetto, la professoressa Andreina Ricci (Tor Vergata). Non si tratta di uno scavo completamente nuovo dal momento che vari saggi estensivi sono stati già realizzati, negli scorsi due anni, dalle dottoresse Deborah Circiello e Isabella Muccilli, sotto la guida della Soprintendenza al Molise, nella persona della dottoressa Diletta Colombo. Tuttavia, l’estensione delle strutture già messe in luce e la loro complessità hanno indotto a programmare un ulteriore intervento nell’ambito del quale l’Università si impegna a dare un contributo anche a livello didattico e formativo. In questa prospettiva, il cantiere che inaugurato oggi si configura come ulteriore tappa di un percorso che, a seguito delle prime indagini e del successivo parere favorevole espresso dalla Soprintendenza del Molise, ha portato la Fondazione Neuromed, a seguito dell’accordo quadro con l’Università, a ottenere dalla Direzione Generale del MIBACT la Concessione di scavo e di ricerca su questa interessante area archeologica. Si è dato, inoltre, l’avvio a un Cantiere-scuola al quale partecipano studenti e giovani studiosi provenienti da vari Paesi al momento rappresentati, oltre che dall’Italia, dalla Svizzera e dal Regno Unito. A breve anche dei ricercatori americani saranno a Pozzilli per studiare lo scavo. All’interno del periodo estivo, poi, sono previsti seminari di docenti, italiani e stranieri, e sopralluoghi in alcune aree archeologiche del Molise e della Campania. Il cantiere-scuola si concluderà il 31 agosto e si valuteranno allora, nella prima settimana di settembre, dedicata alla messa a punto della documentazione e dei raccolti, la possibilità e l’opportunità di un eventuale proseguimento dei lavori nei mesi autunnali. “Grazie alla collaborazione e alla rigorosa attenzione della Soprintendenza Archeologia del Molise, che ringrazio nella persona della dottoressa Cinquantaquattro, ci è stata assegnata dal Ministero la concessione alle attività di scavo e abbiamo dato inizio a questo nuovo percorso. – ha detto Mario Pietracupa nel corso dell’incontro – Sono innanzitutto orgoglioso di appartenere all’organizzazione che rappresento perché per consentire ciò che stiamo per realizzare sono stati necessari significativi investimenti. Sono orgoglioso, poi, di essere molisano perché credo che questa Regione abbia grosse potenzialità e con questa iniziativa possiamo mostrare ancora di più il lato positivo del Molise. Gran parte del merito ritengo vada soprattutto ai giovani e agli archeologi che con grande entusiasmo ci confortano nel progetto. Vogliamo un Molise che diventi un laboratorio, un modello da poter esportare all’esterno. I numeri ci penalizzano ma sicuramente non ci penalizza la voglia di far bene, la capacità delle persone e delle intelligenze che possiamo mettere in campo. Senza cultura e ricerca non c’è speranza e noi puntiamo a questo. Abbiamo intrapreso la strada della collaborazione tra Istituzioni perché credo sia questo il percorso virtuoso per promuovere progetti costruttivi. La presenza del Presidente della Provincia di Isernia e del Sindaco di Pozzilli conferma questa volontà alla collaborazione. Ringrazio il direttore di Tor Vergata, il dottor Colpani e la professoressa Ricci, con cui abbiamo trovato una immediata convergenza, senza dimenticare coloro che hanno lavorato in passato sullo scavo. L’idea del campo scuola, inoltre, è a mio avviso straordinaria perché crediamo che questo sito possa essere una palestra per esercitare una professione.” “In questi lavori archeologici servono due cose – ha detto Andreina Ricci, Direttore Scientifico del progetto – gli occhi interni, di quelli cioè che conoscono i posti come le comunità locali, gli esperti del luogo, chi ha vissuto in questi posti e gli ha amati, e serve un occhio nuovo che si presta a ricomporre tutta una serie di informazioni, di dati e di esperienze. Il progetto dello scavo “Le Camerelle” è nato proprio dalla volontà di voler mettere insieme queste informazioni e dati. Esso rappresenta l’incontro tra una Fondazione che nasce nel settore della medicina e della ricerca e l’archeologia. Può sembrare una stranezza ma in realtà in tanti anni che faccio questo lavoro non mi è mai capitato di incontrare qualcuno che, occupandosi di medicina, non fosse appassionato di archeologia. Sono due cose che vanno insieme. E questo non è un fatto strano perché la semeiotica medica è quella che studia segni clinici per individuare patologie. Proprio quello che fa l’archeologia; anch’essa analizza segni, sintomi, dati, tracce, per arrivare ad una diagnosi che è rappresentata dalla storia di un contesto. Tutto ciò per ricostruire dei pezzetti di storia di un luogo. Tradurre il lavoro archeologico in una storia è sì difficile ma è anche una delle cose più soddisfacenti.”