Il bando per l’accesso al Fondo per ridurre la morosità in favore delle persone che risiedono negli alloggi popolari dello Iacp di Campobasso e Isernia, avrebbe dovuto dare una boccata d’ossigeno a quegli inquilini che non riescono a pagare il canone di locazione perché rimasti senza lavoro. E invece leggendo con attenzione il documento sono saltate fuori delle condizioni che hanno avuto il classico effetto della doccia gelata: per accedere ai benefici previsti, infatti, oltre alla rinuncia agli eventuali ricorsi presentati per evitare gli sfratti, è richiesto il versamento di una somma a titolo di acconto pari almeno al 15% del debito accumulato. Un passaggio ritenuto beffardo dagli inquilini delle case popolari. “Un bando che sa di presa in giro”, ha detto il consigliere comunale di Isernia, Filomena Calenda, che già nei mesi scorsi aveva denunciato la situazione difficile che stanno vivendo alcune famiglie che risiedono nella palazzina sulla statale 17, sulle cui spalle pende uno sfratto esecutivo per il mancato pagamento di un canone di oltre 320 euro al mese, elevato rispetto alla media e comunque impossibile da pagare quando si perde il lavoro. Per la Calenda il bando della Regione è semplicemente assurdo: “Gli inquilini – ha spiegato – si sentono umiliati e offesi per queste richieste. Se le famiglie, rimaste senza lavoro e con i figli piccoli da mantenere, avessero i soldi per versare un acconto del 15%, pagherebbero direttamente il canone di locazione. In città c’è gente che vive in condizioni critiche: non può essere presa in giro da un bando privo di ogni logica. A mio avviso va assolutamente rivisto, così come chiede la Sinistra italiana. Che a questo punto – ha concluso il consigliere comunale isernino – dovrebbe spiegare se sta dalla parte di Frattura o dalla parte dei cittadini”.