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domenica, Dicembre 22, 2024

Isernia. “Dopo di noi”, delusione per il no al progetto della Cooperativa Lai-Lavoro Anch’io

AttualitàIsernia. "Dopo di noi", delusione per il no al progetto della Cooperativa Lai-Lavoro Anch'io

Sorpresa, delusione, amarezza. Sono queste le reazioni scatenate dalla mancata approvazione da parte della Regione del progetto per il Dopo di noi, proposto dalla Cooperativa Lai-Lavoro Anch’io di Isernia, che prevede la realizzazione di un percorso di autonomia personale per i suoi ragazzi. Delusi lo sono soprattutto i genitori delle persone con disabilità. Dopo aver gioito in questi anni per i progressi fatti dai loro figli, dopo aver accolto con entusiasmo la legge nazionale sul Dopo di noi – varata proprio per dare un futuro ai disabili quando i loro genitori non ci saranno più – è arrivata la doccia gelata. “In poche righe, la Regione Molise – scrive la madre di un ospite della cooperativa Lai – ha vanificato anni di lotte e lavoro intenso per garantire a mio figlio un percorso programmato di uscita dal nucleo familiare. Le osservazioni fatte dalla struttura regionale posso essere smentite tranquillamente – dice ancora – a partire da quel requisito di inabilità lavorativa che non esclude la possibilità di svolgere determinate attività in una cooperativa sociale, visto che l’obiettivo di queste strutture – sottolinea la mamma di uno dei ragazzi della Lai – è esattamente quello di costruire un percorso personalizzato di inserimento al lavoro, permettendo anche ai disabili più gravi di svolgere attività che contribuiscano ad accrescere la loro autostima e indipendenza. Con questa comunicazione, la Regione Molise sta negando a mio figlio il diritto di essere libero. Mi costringe, quando io non ci sarò – conclude – a rinchiuderlo in una struttura assistita e lasciarlo costretto tra quattro mura”. Intanto la Cooperativa Lai lancia un appello, affinché il progetto venga ripreso in considerazione. A maggior ragione perché c’è il rischio che i fondi stanziati debbano essere “non solo restituiti, ma anche di non essere rifinanziati dal Governo centrale per la mancata spesa da parte dell’Amministrazione regionale”.

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