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domenica, Dicembre 22, 2024

Senologia al Veneziale, cresce la mobilitazione in difesa dell’unità operativa

AttualitàSenologia al Veneziale, cresce la mobilitazione in difesa dell'unità operativa

Sono centinaia, se non migliaia, le donne della provincia di Isernia, ma anche del Casertano e del Cassinate che, grazie allo screening e alla medicina preventiva praticati costantemente dal servizio di Senologia del Veneziale di Isernia hanno potuto scoprire in tempo i sintomi e le manifestazioni iniziali del tumore al seno. Una patologia subdola che, se non controllata, non dà sintomi evidenti e quando una donna inizia a sentire dei segnali di malessere, spesso è troppo tardi. Ancora oggi, purtroppo, nonostante la prevenzione, quella del tumore al seno è la patologia tumorale più curata anche ad oncologia del Veneziale. Purtroppo, però, sempre in conseguenza dello sciagurato Piano Sanitario varato dalla gestione Frattura, ci sono rischi concreti che senologia, a Isernia, cessi di funzionare a fine anno, per essere accorpata all’omonimo servizio del Cardarelli. Il che vuol dire che centinaia di donne della provincia di Isernia, ma non solo, perderanno incolpevolmente l’opportunità di farsi seguire e curare al Veneziale, con tutti i ritorni economici negativi per la mobilità attiva che attualmente premia il servizio gestito dai medici Rispoli e Scarabeo a cui si rivolgono numerose utenti delle province limitrofe a quella di Isernia. I numeri parlano chiaro, a Isernia mediamente vengono scoperti cento casi di tumore al seno all’anno, tutte donne che, dopo essere state operate, si rivolgono per la chemioterapia all’unità operativa di Oncologia. In sostanza, qualora chiudesse senologia, a catena correrebbe grossi rischi anche oncologia. Ma non è l’unica emergenza, infatti c’è anche l’operatività della sala operatoria. Averla cioè a disposizione per almeno due giorni a settimana e senza doverla condividere con otorinolaringoiatria. Per il comitato spontaneo nato in difesa del reparto di senologia dell’ospedale di Isernia, è questo il primo passo da compiere per evitare lo smantellamento dell’unità operativa del Veneziale. Nei prossimi giorni, verrà formalmente inviata una petizione firmata da centinaia di utenti al presidente Toma e al direttore generale Sosto, anche se qualunque decisione debba e possa prendere Toma resta pur sempre collegata alla sua nomina a Commissario Straordinario. Nomina che ancora non arriva, ferma nei corridoi del Governo, in attesa di chissà che cosa. È chiaro che Toma, una volta nominato commissario, potrà tentare di rimediare alle innumerevoli storture del Piano Sanitario voluto da Frattura.

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