La mobilità in deroga non è di certo la soluzione del problema, ma sicuramente rappresenta un aiuto importante per gli ex lavoratori della Ittierre. Da luglio si va avanti fra tavoli istituzionali e rassicurazioni. Ma di fatto i soldi promessi ancora non si vedono. Mentre restano sulla carta le proposte per creare nuove opportunità occupazionali, attraverso progetti che gli stessi ex dipendenti dell’azienda di Pettoranello hanno ideato, uno dei quali legato alla valorizzazione dei beni culturali. Sono state proprio le mancate risposte da parte della classe politica – a ogni livello – a spingere il comitato “Led-Lavoro e Dignità” a manifestare davanti alla cattedrale di Isernia. Il comitato non esclude forme più eclatanti di protesta, in particolare durante le festività natalizie. A maggior ragione perché il problema non riguarda solo gli ex lavoratori della Ittierre: “Non sarà un Natale solito per i commercianti, i pochi rimasti, stretti nella morsa dell’inutilità gestionale ed amministrativa dei rappresentanti del popolo – ha detto il portavoce, Emilio Izzo – e privi dei tanti, tantissimi acquisti che una volta, i numerosi lavoratori dell’ex Ittierre, ex esattorie, Di Risio, ex cantonieri, ex lavoratori della formazione, dell’ex zuccherificio, dell’ex Gam, così, giusto per elencarne alcuni, facevano nei negozi molisani! Ma non sarà un Natale felice, lo promettiamo, per questa classe politica che non si attiva per andare incontro a questa massa di sventurati. Gli ex lavoratori aderenti alla LeD, oltre ad attendere da luglio quelle briciole dei cinque mesi della mobilità, ossigeno e nulla più, si sono messi in gioco ed hanno progettato per loro un percorso che possa reinserirli nel mondo lavorativo, progetto definito dallo stesso presidente Toma “non buono ma eccellente” ma che al momento sembra trovare ostacoli proprio all’interno della sua stessa giunta e maggioranza. Pretendiamo che gli eletti in consiglio regionale tutti, ma in particolare coloro che sono espressione di questa provincia pentra, vengano a dirci su quale posizione si attestano e se intendano o meno lottare per il riconoscimento dei diritti accampati. Ma l’appello è rivolto principalmente agli amministratori cittadini i quali, se è vero che non danno lavoro, è altrettanto vero che debbono sostenere con forza le istanze che provengono dal basso, farle proprie e perorarle con fatti e convinzione nelle sedi deputate! Altrimenti tutti colpevoli, nessuno escluso!”.