Continua l’opera di smantellamento e indebolimento dei servizi pubblici a Isernia, dopo la Banca d’Italia, l’ospedale e tanti altri uffici, svuotati di personale e funzioni, tocca ora alla Regione che sposta a Campochiaro e Campobasso diversi impiegati fino a ieri in servizio presso gli uffici di Piazza Mercato e di Via Berta, nella sede della Provincia.
Gente che, in genere, ha già sessanta anni e sul procinto di andare in pensione deve trasformarsi in pendolare. Si tratta di addetti alla Protezione Civile e all’Urbanistica. Quelli della Protezione Civile vanno al centro di Campochiaro, gli altri a Campobasso. E la protesta arriva anche da geometri, architetti e ingegneri della provincia di Isernia che ora, per presentare i loro progetti, saranno costretti ad arrivare fino al capoluogo regionale. È Filomena Calenda che lancia l’allarme scrivendo a Toma e affermando: “Si faccia chiarezza sulla chiusura degli Uffici Regionali di Isernia”. In particolare, dal 1° aprile scorso il Servizio sismico regionale della sede di Isernia ubicato in via Berta, è stato praticamente smantellato. I funzionari e il personale addetto sono stati trasferiti tutti a Campobasso e dintorni con altri compiti. La decisione ha già ingenerato fortissimi disappunti e malcontenti, esternati dai numerosi tecnici del territorio di Isernia, oltre che dall’utenza che prima si recava in via Berta. Inutile sottolineare come tali provvedimenti colpiscono in modo particolare la città di Isernia, che si è vista chiudere il Servizio ‘Sismico’ e parte di quello ‘paesaggistico’ trasferendo il personale anche di una ‘certa età’ da Isernia a Campobasso e a Campochiaro. “In questi giorni – ha affermato la Calenda – sono stati molti i cittadini, compreso molti tecnici professionisti, che mi hanno contattata per avere delucidazioni circa la problematica e che si sono lamentati per le inefficienze che hanno dovuto subire una volta recatisi presso gli Uffici Regionali di Isernia, a causa della mancanza di personale qualificato, ormai trasferito in altre sedi. Non vorrei che questo fosse il primo atto che va nella direzione di un vero e proprio smembramento di molti degli Uffici regionali isernini. Se così fosse ci troveremmo dinanzi all’ennesimo provvedimento che colpirebbe una città, Isernia, che negli ultimi anni è stata fortemente penalizzata. La chiusura di ulteriori Uffici, con la conseguente soppressione di servizi fondamentali per la cittadinanza, comprometterebbe irrimediabilmente una situazione ormai gravissima sotto tutti i punti di vista”. Motivo per cui Filomena Calenda ha chiesto rassicurazioni circa il futuro degli Uffici regionali di Isernia e Termoli, evitando uno smembramento che colpirebbe in modo discriminatorio soprattutto la città di Isernia. “Inoltre – si legge nella lettera – chiedo delucidazioni circa i criteri adottati per la rimodulazione degli Uffici Regionali e, qualora tali provvedimenti risultino essere dannosi, sia per i dipendenti trasferiti che per gli utenti, chiedo di revocarli immediatamente. Considerata, infine, l’importanza della questione per il futuro stesso della città di Isernia, qualora non dovessi avere opportune delucidazioni, sarò costretta a presentare già nel prossimo Consiglio Regionale una mozione per chiedere chiarimenti su tale argomento, sollecitando il sostegno in questa battaglia dei consiglieri e assessori regionali di Isernia che non sono pochi”.