di Angelo Persichilli
Se non fosse un problema serio, gli ‘ambientalisti’ mi farebbero ridere. Avete visto quella ragazzina svedese che si incazzava mentre parlava all’Onu applaudita da quegli ebeti che l’ascoltavano ridenti mentre lei li insultava? In Canada Greta si è incontrata col primo ministro Justin Trudeau che lei ha criticato ritenendo che il suo governo non stia facendo abbastanza per difendere l’ambiente. Cosa ha fatto Justin dopo l’incontro? Invece di tornare al governo e fare qualcosa, è sceso in strada a protestare. Contro chi non l’ho capito.
Certo, non bisogna prendersela con i ragazzini, ma se i ragazzini sono usati per fare politica non significa che bisogna rimanere in silenzio.
Perché, parliamoci chiaro, questa Greta non è un fenomeno come Mozart che mostrava qualità artistiche eccezionali fin da quando aveva 5 anni. Questa è una ragazzina forse anche sincera, certamente ambiziosa ma che è, suo malgrado, usata e finanziata da individui e organizzazioni che hanno soldi ma nessuna credibilità.
Mettiamo subito una cosa in chiaro: il problema dell’inquinamento ambientale esiste ma non saranno certamente queste persone a risolverlo. Questi individui usano il problema ambientale per fare politica, sollevano le masse ma non proporranno alcuna soluzione.
Questa ragazzina attraversa l’Atlantico in barca “da sola” in pochi giorni, la sua organizzazione ha un entourage di un presidente, una organizzazione che le consente di spostarsi in tutto il mondo in pochi giorni come Bill Gates. Chi la finanzia? Qualcuno dice che tra i finanziatori ci sia anche Al Gore. Ve lo raccomando questo signore.
È stato otto anni alla Casa Bianca e non ha alzato un dito nemmeno per accendere la luce in camera da letto, appena fuori, cioè senza potere, diventa strenuo difensore dell’ambiente. Strano, ma tutti i politici, quando sono al potere ignorano il problema dell’ambiente (e non solo), non appena lo perdono diventano paladini contro la fame nel mondo, predicano la parità tra uomo e donna e la lotta al terrorismo…anzi no, il terrorismo lo ignorano quando sono al governo e anche dopo. Per la lotta al terrorismo hanno fatto sporcare le mani al poco raccomandabile Putin.
Ma questo fenomeno delle crociate per politici in pensione non riguarda solo Gore. I Clinton, i Bush, se non sbaglio anche Bill Blair e tanti altri sono diventati bravi solo quando non contavano un corno.
Uno dei temi più popolari riguarda, appunto, la difesa dell’ambiente.
Ripeto, non sono tra quelli che dicono che il mondo sta per finire e nemmeno tra coloro che affermano che il problema non esiste. Il problema c’è, ma questi due gruppi sfruttano l’ignoranza reciproca per farsi guerra. I ‘negazionisti’ rilevano che gli ambientalisti non hanno prove scientifiche sufficienti per dimostrare l’esistenza del problema, gli ambientalisti rispondono invece che gli altri sono più interessati a difendere gli interessi delle aziende che l’ambiente. In effetti c’è molta confusione. Ho visitato numerosi siti “ambientalisti” e ho trovato molte contraddizioni, anche sulla lista dei Paesi che inquinano di più. D’altra parte, non si possono negare i cambiamenti climatici solo perché chi lo sostiene non è credibile. Se il paziente zoppica non significa che il problema non c’è; significa solo ché il medico non sa fare una diagnosi e proporre una prognosi.
Il problema esiste, lo sappiamo, e conosciamo anche la soluzione. Ma nessuno la propone in quanto richiede il cambiamento del nostro modo di vivere, soprattutto per quei milioni di giovani che sono scesi in piazza per chiedere cambiamenti ambientali. Perché la lotta all’inquinamento non si fa sfilando per le strade, ma dopo, quando si torna a casa. Ma questo non lo dice nessuno, molto più semplice sfilare per le strade, gridare quattro slogan e poi continuare come prima.
Questo lo posso anche capire, la politica è fatta anche di questo, forse solo di questo.
Quello che invece non riesco a tollerare è la tendenza a comportarsi da rappresentanti della morale nel mondo, presunzione, arroganza, dare a tutti lezioni di onestà nonostante si comportino come tutti gli altri. Pensate che qualcuno mi ha chiesto di usare “un briciolo di onestà intellettuale” per capire questi giovani che sono scesi nelle piazze.
Onestà intellettuale?! Per ammettere cosa? Che esistono problemi ambientali? Certo che esistono, non abbiamo bisogno di una ragazzina svedese per dircelo. Abbiamo invece bisogno di chi ci dice cosa si deve fare per combatterli e soprattutto chi lo spiega a quei giovani che sfilano in massa e poi tornano alla vita normale. Certo, la colpa è del consumismo e del capitalismo, ma i capitalisti siamo anche noi. Qualcuno dovrebbe dire a questi giovani che per spingere la macchina bisogna prima scendere. Se il capitalista produce materiale inquinante, capitalista è anche chi lo usa. Basterebbe non comperarli più, abolire i condizionatori d’aria, viaggiare di meno in aereo, meno moto di grossa cilindrata, meno SUV, meno capi di abbigliamento “firmati”, ridurre il consumo della plastica e spegnere almeno uno dei tre televisori che abbiamo in casa. Qualcuno dovrebbe anche dire che i prodotti costeranno di più, molte aziende chiuderanno e si perderanno posti di lavoro. Qualcuno dovrebbe anche dire che ci sarebbe un aumento della produzione in Cina, India e Stati Uniti, tra i Paesi che inquinano di più al mondo e che non hanno alcuna intenzione di aderire a accordi internazionali. Forse sarebbe il caso di mandare Greta anche a Pechino per una dimostrazione a Tianamen Square. Dopo aver convinto Trump a New York, forse riuscirà a convincere anche Xi Jinping.
Ecco, questo si dovrebbe dire a quei giovani che sfilano, ma non lo dirà nessuno perché non conviene. Questa si che è mancanza di onestà intellettuale!