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venerdì, Dicembre 27, 2024

Perchè non chiudere Emodinamica ad Isernia

AperturaPerchè non chiudere Emodinamica ad Isernia

L’infarto miocardico acuto è una patologia °TEMPO-DIPENDENTE°, in cui il fattore tempo costituisce un elemento determinante per la qualità e l’esito delle cure, in presenza di condizioni  ad elevato rischio di mortalità.

90 minuti è considerato il tempo salvavita nei pazienti con infarto miocardico, arrivare oltre questo tempo significa rischiare una maggiore mortalità e avere salva la vita, ma con un cuore soggetto a scompenso cardiaco. Ogni mezz’ora in più di ritardo significa due morti in più ogni 100 infartuati. Negli ultimi decenni la mortalità per infarto è passata dal 30% al 17% grazie all innovativa cura con il fibrinolitico ed è scesa al 6 % oggi con l’angioplastica. L’efficacia di questo trattamento, come recentemente pubblicato su Circulation, si ha anche nella popolazione dei grandi anziani, molto rappresentata nel nostro territorio.

Nel 2014, in occasione della visita in Molise del Santo Padre, fu attivata dalle U.O. di Cardiologia di Campobasso e Isernia l’H24 per l’infarto miocardico (SCA STEMI) ,con un organizzazione funzionale tra i due reparti che permetteva,considerato l’esiguo numero di emodinamisti, l’interscambiarsi le funzioni di Hub e Spoke. Negli anni successivi, fino ad oggi, pur essendo stati effettuati due concorsi andati deserti, il numero di cardiologi interventisti si è ulteriormente ridotto  con due unità a Campobasso ed una a Isernia (il primario, Carlo Olivieri), continuando a mantere attiva l’H24, con le stesse suddette modalità e con grossi sacrifici da parte degli operatori.

Negli ultimi anni con l’apertura della superstrada Isernia – Castel di Sangro il tempo di percorrenza tra gli Ospedali delle due località si è ridotto a circa 30 minuti per cui i pazienti con infarto miocardico, di una zona turistica invernale ed estiva con alta densità abitativa, hanno  come centro di emodinamica raggiungibile in minor tempo quello dell’Ospedale di Isernia essendo il Centro abruzzese di Avezzano a oltre 90 minuti, considerata la percorribilità delle strade nel periodo invernale.

Recentemente si hanno richieste di posto letto per pazienti con Sindrome Coronarica Acuta anche dall’Ospedale di Cassino.

Nel 2019 il numero di procedure di emodinamica è aumentato del 10% passando da 400 a 440, con circa 180 angioplastiche, numero  adeguato, da quanto previsto dalle società scientifiche, considerata l’area geografica che presenta notevoli difficoltà per quanto riguarda il trasferimento rapido dei pazienti. È opportuno ricordare che secondo le maggiori Società Scientifiche sono richiesti per il mantenimento di un’adeguata preparazione un numero di angioplastiche maggiore di 75 x operatore x anno, quindi l’unico operatore presso l’Ospedale di Isernia effettua un numero di angioplastiche oltre il doppio rispetto a quello necessario per mantenere un’adeguata competenza, da circa un anno è in formazione un secondo operatore per poter migliore l’operatività.

La chiusura dell’Emodinamica di Isernia determinerebbe:

Un aumento di oltre 60 minuti del tempo per effettuare un Angioplastica primaria.

Un mancato risparmio economico  in quanto l’U.O. di Cardiologia di Isernia  è già fornita di attrezzature di ultima generazione per poter affrontare tutte le urgenze e emergenze  relative all’infarto miocardico.

L’inutilità dell’Unità Coronarica, nata per la cura dell’infarto miocardico, che non avrebbe più a disposizione l’arma terapeutica più efficace.

Perdita dell’utenza proveniente dalle regioni limitrofe (Abruzzo, Lazio, Ccampania).

Involuzione di un Ospedale in continuo depauperamento.

Un sovraccarico  di procedure non sostenibile per l’U.O. di Campobasso per la carenza di Cardiologi interventisti.

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