La notizia del medico del pronto soccorso di Isernia risultato positivo al coronavirus ha destato molta preoccupazione in città, ma non solo. Il professionista – come noto – nei giorni scorsi si è recato in una casa di cura del beneventano, dove era ricoverata la madre e dove erano stati già segnalati alcuni casi. Anche la donna è risultata positiva. Sia lei sia il figlio stanno bene. Ma l’episodio ha generato una serie di interrogativi. Uno su tutti: era opportuno svolgere il turno di lavoro sapendo di questi contatti a rischio? Lucio Pastore, responsabile del reparto di emergenza del Veneziale ha risposto così: “Il problema è dovuto dal ritardo nella risposta del tampone. Doveva montare alle 20:00. Alle 20:30 ho avuto questa risposta. L’ho mandato via e ho evitato che continuasse il lavoro. Comunque la possibilità di contagio è minima, lavoriamo con diverse protezioni, compresa la doppia mascherina. Sono precauzioni utili per noi e per i pazienti”.
I locali del pronto soccorso sono stati sanificati per la terza volta nel giro di pochi giorni, nel frattempo sono stati disposti i tamponi – 36 in tutto – per tutto il personale, poiché non c’è una data certa del contagio. Per ora nessuno presenta sintomi sospetti. Per Lucio Pastore la situazione appare dunque sotto controllo: “Noi abbiamo seguito tutte procedure richieste; il rischio di contaminazione è basso. Quando entriamo in contatto con caso covid sicuro le protezioni vengono ulteriormente aumentate. Quello che è avvenuto viene dall’esterno. Non dipende dalla volontà della struttura, ma neanche dall’operatore sanitario. Si è trovato a entrare in contatto con una realtà in cui si era generato un focolaio”. la vicenda ha generato preoccupazione e polemiche, soprattutto sui social. In tanti si sono chiesti: era opportuno questo viaggio in Campania, nonostante le restrizioni? Pastore ha risposto così: “Premetto che il medico ha residenza in Campania e la madre è ricoverata in Campania. Riferisce di aver avuto dei contatti con lei per portare biancheria e medicine. Da quanto ci è stato riferito questo contatto stretto apparentemente non dovrebbe esserci stato. Noi dobbiamo proteggere la popolazione: si farà l’indagine epidemiologica per capire chi sono i pazienti che hanno avuto contatti con questo operatore sanitario. Verranno avvertiti e saranno seguiti”.
E intanto, contattato telefonicamente, il medico del pronto soccorso di Isernia risultato positivo al coronavirus ha tenuto a precisare che sul suo conto sono state dette e scritte molte inesattezze soprattutto sui social. Ha infatti chiarito di non essere affatto andato in giro mettendo a rischio la sua salute e quella degli altri.
Si era recato nei giorni scorsi in una casa di cura beneventana per riprendere sua madre, perché erano state disposte le dimissioni dei pazienti che non presentavano sintomi ed era lui l’unico congiunto che poteva andare a riprenderla.
Dopo questo episodio ha prestato servizio al pronto soccorso raddoppiando le misure di precauzione.
Resta l’interrogativo di fondo, appunto, sulle modalità di dimissione dei pazienti di quella struttura beneventana con la normativa restrittiva emanata dal Governo in pieno vigore.