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venerdì, Dicembre 27, 2024

Decreto scuola, Gilda: perplessità su metodo e merito

AttualitàDecreto scuola, Gilda: perplessità su metodo e merito

“Considerata la straordinarietà della situazione di emergenza e l’approssimarsi della fine dell’anno scolastico, comprendiamo la necessità di adottare misure in tempi rapidi, ma ciò non giustifica il mancato coinvolgimento delle organizzazioni sindacali rappresentative di un milione di lavoratrici e lavoratori del mondo della scuola. Dopo il confronto della scorsa settimana, ci auguravamo che la ministra Azzolina convocasse un incontro specifico sui contenuti del provvedimento varato oggi in Consiglio dei Ministri. Ancora una volta, dunque, constatiamo con amarezza che è stato deciso di procedere unilateralmente”. Così
Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta l’approvazione del decreto scuola.
“Anche in questa situazione di emergenza, il valore legale dei titoli di studio rilasciati andrebbe in qualche modo preservato. Desta quindi preoccupazione la decisione di generalizzare le ammissioni alle classi intermedie e di ridurre l’esame conclusivo del primo ciclo a un banale elaborato, senza peraltro alcuna garanzia di autenticità”.
“Inoltre, occorre avere indicazioni chiare e precise sul tipo di didattica a distanza che si
intende implementare, anche in relazione alla diversa età degli alunni. Se le condizioni sanitarie non consentiranno il ritorno sui banchi a settembre, bisognerà programmare un sistema alternativo che non può limitarsi a scimmiottare le lezioni in classe”.
Sul fronte del personale scolastico, infine, Di Meglio fa notare che rinviare il rinnovo delle graduatorie di istituto al prossimo anno provocherà un’esplosione delle Messe a disposizione (MAD), che non sempre garantiscono qualità dell’insegnamento, e negherà a migliaia di precari la possibilità di ottenere un contratto di supplenza. “Senza considerare –
conclude il coordinatore nazionale della Gilda – che appare come un controsenso dare da una parte la possibilità di bandire i concorsi e dall’altra bloccare l’aggiornamento delle graduatorie”.

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