Da anni l’ente è in gestione commissariale, a seguito di insanabili divergenze pregresse tra i consorziati eletti che appunto portarono allo scioglimento dell’assemblea amministrativa ed alla nomina del commissario (oggi al timone dell’ente c’è una rappresentante del gentil sesso). Tale commissariamento è destinato adesso a terminare, visto per fine ottobre (il 31 di tale mese si vuole che sia la data prefissata) i consorziati saranno chiamati al voto per designare il nuovo volto amministrativo dell’ente. Si sta scrivendo del Consorzio di Bonifica della Piana di Venafro che raggruppa consorziati dell’estremo Molise occidentale, ossia da Sesto Campano a Montaquila, da Venafro a Monteroduni, da Pozzilli a Filignano ect. e che svolge quindi un ruolo assai importante per la bonifica, i miglioramenti fondiari, i servizi e le colture in genere del Molise dell’estremo ovest. Tanto premesso è facile comprendere l’interesse socio/politico rappresentato da tale prossimo voto consortile, “ballando” tantissimo del futuro delle aziende, del lavoro, degli investimenti, della produzione e di tant’altro del mondo agricolo del lembo occidentale della nostra regione. Cosa già in movimento in vista dell’appuntamento elettorale consortile venafrano di fine ottobre ? Praticamente nulla, se si eccettua la volontà espressa da diversi consorziati di andare verso una lista unica di candidati, senza contrapposizioni preconcette e per avviare finalmente l’effettivo decollo dell’attività e dell’imprenditoria agricola nel mandamento venafrano, sin qui avversate e rallentate da personalismi nient’affatto produttivi. Intanto sullo stesso Consorzio di Bonifica della Piana di Venafro incombono questioni di non poco conto e che la futura amministrazione dell’ente dovrà responsabilmente affrontare per sanare. Innanzitutto la storica contrarietà di tanti iscritti negli elenchi consortili, ed in quanto tali tenuti opus legis a versare gli annuali tributi consortili, pur non ricevendo alcun servizio dall’ente ricadendo da decenni le loro proprietà in aree urbanizzate e come tali con nessun legame con le attività agricole e consortili, antefatti che inducono tanti a desiderare da tempo la cancellazione dagli elenchi consortili per evitare esborsi inutili a loro carico. Quindi, altro impegno preciso per la futura amministrazione consortile, la perfetta tenuta e pulizia del Rava di Venafro, corso d’acqua che chiude a sud l’abitato cittadino lambendolo. Lungo tale Rava, mancando il servizio consortile di pulizia degli argini, continua annualmente a crescere a dismisura tantissima vegetazione spontanea che contraria e preoccupa un sacco quanti vivono, abitano e lavorano nei pressi sia per il pericolo di esondazioni quando arriveranno le piogge autunnali e sia soprattutto per la presenza di tanti animali selvatici in siffatto verde naturale incolto, in primis i serpenti che vi vivono e vi proliferano a diverse decine. Si pensi che molti residenti e lavoratori, visto che il Consorzio non porta via l’erba e non pulisce gli argini del Rava, ha finito per pensarci in proprio -con la propria tasca e con proprio olio di gomito- al fine di evitare problemi di sorta. No, questo non può né deve accadere in futuro ! Se ne farà carico il prossimo consiglio di amministrazione consortile ? Staremo a vedere! Tonino Atella