Un patrimonio storico/archeologico consistente, ricco, ma nello stesso tempo abbandonato, in via di progressivo deterioramento e lasciato nell’oblìo. Ovviamente col tempo e le diverse situazioni atmosferiche che finiscono per farla da padroni, rovinando man mano le preziose testimonianze del passato. Si, certo, ci sono coperture e teli a cercare di conservare siffatti resti, ma altra cosa sarebbe la protezione effettiva ed ottimale di tutto quanto è venuto alla luce nel corso di scavi e lavori di varia natura, esponendo ogni cosa in musei o locali appositi. Tutto questo accade, giusto per citare, a Venafro e Pozzilli, esattamente alla periferia occidentale della maggiore città della seconda provincia molisana, alias Venafro, zona del Carmine e della Cattedrale, sito notoriamente ricco di reperti storico/archeologici tant’è il divieto assoluto di nuove costruzioni, e in località Camerelle di Pozzilli, nelle vicinanze del Parco di Ricerche Neuromed. Qui, da anni sono emerse abbondanti e preziose testimonianze del passato, ivi compresi i resti di un’antica necropoli, in parte trasferiti al Museo di S. Chiara a Venafro. La maggiore quantità dei reperti archeologici delle Camerelle di Pozzilli però é sempre lì, attualmente sotto il cocente sole agostano e di qui a breve in balìa delle prossime intemperie di ogni tipo, senza che si proceda alla loro completa rimozione per presentarli in luoghi ed ambienti appositi per la gioia di studenti, appassionati e studiosi. Identico discorso se si torna alla periferia occidentale di Venafro, nelle adiacenze del liceo classico “Giordano” e della monumentale Cattedrale. Anni addietro si scavò nel cosiddetto “Campetto di Don Sante” (dal nome del sacerdote dell’epoca, l’ottimo Don Sante Izzi originario di Cerro al Volturno ed a Venafro per la propria missione pastorale), vennero alla luce ricche e preziose testimonianze del passato patrizio dell’antica Venaphrum ma, aldilà di una copertura metallica e palline di argilla per proteggere pavimenti e mosaici, nulla più è stato fatto, abbandonando di fatto il sito che chiaramente è in progressivo deterioramento. Altrettanto è avvenuto all’aria esterna del Liceo Classico “Giordano”. S’intendeva costruire una struttura polivalente, coi primi scavi si rinvennero importanti reperti archeologici, ci si fermò e da allora è tutto bloccato ed abbandonato, coi finanziamenti pubblici dirottati altrove per eseguire opere diverse. Ovunque cioè, tanto a Venafro che a Pozzilli, si pensa di realizzare, ci s’imbatte in testimonianze archeologiche e si resta inchiodati ! D’accordo, ma quanto meno si conservi in maniera opportuna quanto rinvenuto, evitandone distruzione e deterioramento. Del resto il patrimonio storico/artistico italiano, compreso chiaramente quello molisano, è tanto ricco ed abbondante da poter apportare consistenti risorse economiche e lavorative se vi si punta con intelligenza e risoluzione. Ma bisogna farlo, piuttosto che girare le spalle ed abbandonarlo, come purtroppo avviene dalle nostre parti!
Tonino Atella