Settimane addietro tutti a dire e contrariarsi da nord a sud dello Stivale della cosiddetta “antipolitica”, vale a dire di certi malcostumi che ancora albergano in taluni soggetti nostrani nonostante le ripetute affermazioni di trasparenza e democrazia. “Antipolitica” rappresentata da coloro che, ricoprendo posti/chiavi nello scenario politico nazionale e locale, intascano somme non dovute, facendo leva sui ruoli politici di cui fruiscono. Vicenda tra l’altro tutta ancora da leggere sino in fondo dato che, dopo il clamore dei primi giorni che preannunciavano sanzioni ed altro, sulla storia è calato assordante il silenzio, tipico della nostra Bell’Italia ! Ebbene dall’ “antipolitica” nazionale eccoci all’ ”antidemocrazia”, questa volta tutta venafrana e di riflesso molisana. Dalla ridente città del Molise dell’ovest, Venafro, quarta in ambito regionale per consistenza demografica e spessore economico e produttivo e perciò con la sua bella importanza civile e politica, da Venafro -si scriveva- con le imminenti elezioni dell’11 ottobre prossimo per designare il nuovo Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Bonifica della Piana dell’estremo Molise occidentale stanno ancora una volta per essere ribaditi statuto e sistema elettorale assolutamente antidemocratici per quanto di seguito si cercherà di spiegare. E’ bene entrare subito nel merito della datatissima quaestio. Premesso che poco meno di 4mila consorziati consortili dei Comuni ricompresi tra Sesto Campano e Montaquila sono suddivisi in tre fasce in base ai contributi versati in ragione delle proprietà possedute, c’è da dire che il prossimo 11 ottobre ci saranno da eleggere dodici consiglieri di amministrazione (cui poi si aggiungeranno i tre di nomina del Consiglio Regionale del Molise, esattamente due designati dalla maggioranza ed uno dalla minoranza) e questi sono gli storici criteri e sistemi vigenti, espressioni di antidemocrazia checché si voglia dire : la prima fascia, composta da oltre 3mila consorziati mini possidenti, designa solo 3 (tre) consiglieri, praticamente niente in rapporto alle migliaia di iscritti ; la seconda fascia, costituita da oltre 600 contribuenti e raggruppati in ragione di proprietà maggiori, ne elegge a sua volta 3 (tre), ossia altra “quisquilia”, per dirla “alla Totò” ; la terza fascia invece, quella dei megaproprietari terriero/immobiliari che assommano all’incirca a 140 unità, ne elegge invece ben 6 (sei), cioè la metà di tutti gli eletti e in quanto tale determinante per la futura assemblea amministrativa, così come la storia consortile attesta ed insegna! A questo punto la domanda d’obbligo: è giusto che chi più possiede e paga maggiori tributi consortili debba avere maggiore peso politico rispetto alla stragrande maggioranza dei contribuenti, così da condizionare amministrazione e vita stessa dell’ente di Via Colonia Giulia ? E’ norma democratica quanto avviene nello specifico ? Siamo sicuri che stia tutto ben fatto, in punto di diritto? Cioè che tutto sia a posto e in regola ? O qualche “dubbio” circa il mancato rispetto delle regole democratiche in fatto di diritti e partecipazione alla fine emerge forte e chiaro? Certo, in punto di datatissimo statuto consortile vigente, risalente al periodo regio o subito dopo …, nessuno va contro legge e si è nel pieno rispetto di quanto la norma prevede. Ma a ben riflettere qualche perplessità -e non solo qualcuna …- viene e indispone un sacco. Del resto basta una sola considerazione ricavata dall’attualità della vita politica italiana per dire dell’antidemocrazia consortile venafrana. Se infatti fosse giusto e democratico quanto in atto all’ente venafrano di Via Colonia Giulia, dove ancora si vota per censo ossia con sistemi d’altri tempi e antidiluviani, di quanti voti, o ancor di quanta consistenza politico/amministrativa in cabina elettorale dovrebbero fruire i tanti “Paperon de Paperoni” d’Italia in occasione di elezioni politiche ed amministrative? Pensiamo in questo momento agli Agnelli, a Berlusconi ed a tant’altri connazionali dalle tasche e dai portafogli pieni. Ed invece no! Un solo voto da nord a sud dell’Italia tocca a chi non ha alcunché e sempre un solo voto spetta a chi possiede tantissimo! Tutti uguali in cabina, tutti sullo stesso livello di democrazia partecipativa, a prescindere da tasche vuote o ricchezze varie! Invece nell’estremo Molise dell’ovest questo a breve tornerà a non verificarsi, esaltandosi nella circostanza ancora una volta la più schietta dell’antidemocrazia! Al Consorzio di Bonifica di Venafro vige in effetti tutt’altro! Chi più ha e più paga, vale maggiormente sotto l’aspetto politico/amministrativo … e democrazia statti in pace ! Condividere siffatto criterio che continua ad imperare, condizionando enormemente la vita consortile della bonifica venafrana ? Francamente non è affatto cosa semplice, si creda. Ed allora : si riuscirà finalmente a riportare vera democrazia in tale ente, cancellando con un definitivo colpo di spugna l’antidemocrazia vigente che tanto contraria la massa, accontentando solo pochi e fortunati soggetti ? In molti se lo augurano in ragione dell’uguaglianza civile, sociale e politica che nessun portafoglio per quanto gonfio può calpestare e disattendere.
Tonino Atella