Il fasciolo è aperto da mesi al palazzo di Giustizia di Campobasso e racchiude tutta una serie di esposti arrivati in procura sul tema Covid, sia da familiari di pazienti che dal Codacons. L’ipotesi di reato è l’abuso d’ufficio, ma si tratta di una attività che è in una fase esclusivamente conoscitiva; l’inchiesta è contro ignoti, non ci sono indagati e non ci sono stati sequestri. La delega di indagine è stata affidata ai Nas che hanno acquisito dalla primavera scorsa copie di tutta la documentazione del caso. Alcuni degli esposti riguardano il modus operandi per i ricoveri, l’utilizzo dei posti letto di terapia intensiva, eventuali trasferimenti di pazienti.
“La procura si è mossa con estrema serenità”, dice a Telemolise il procuratore Nicola D’Angelo che invita alla “massima prudenza” nel parlare di questa vicenda anche perché “gli operatori sanitari devono poter lavorare con estrema serenità”. “Bisogna evitare di fare sensazionalismo delle notizie perché si rischia di fare più male che bene – è il suo altolà -. Ci muoviamo in punta di piedi e con la massima serenità di valutazione visto che parliamo di una materia nella quale anche gli esperti hanno ancora tanti punti oscuri”. Il procuratore poi ricorda che le segnalazioni che arrivano sul suo tavolo non sono automaticamente di rilevanza penale. “Le valutiamo – spiega -, è una attività generale come mille altre”.
Quanto all’ipotesi di reato avanzata, quella di abuso d’ufficio, va evidenziato che è una ipotesi generica, un fatto più che altro tecnico per poter svolgere determinati approfondimenti e attività di indagine. Sulla vicenda massimo riserbo dai vertici Asrem: con le indagini in corso il direttore generale Oreste Florenzano preferisce non rilasciare dichiarazioni. Commenta invece, con una nota, il Codacons. “Nel nostro esposto presentato ad aprile – dice l’associazione dei consumatori – si chiedeva di accertare la sussistenza di eventuali responsabilita’ penali per le gravi omissioni che potrebbero essere ad oggi la causa dei decessi per il Covid-19 laddove i decessi siano avvenuti per la mancanza di cure adeguate e pertanto per inefficienze attribuibili allo Stato italiano”.