Un coro di ‘sì’ alla sentenza del Consiglio di Stato che ha bloccato l’impianto eolico a largo della nostra costa. Ma c’è anche una voce che si tira fuori dal gruppo di enti e associazioni che oggi cantano vittoria. Si tratta di Legambiente che in una nota giudica “miope” la scelta delle amministrazioni che hanno fatto ricorso contro un progetto di energia pulita a otto chilometri dalla costa.
A parlare sono Angelo Di Matteo e Maria Assunta Libertucci, presidenti di Legambiente Abruzzo e Molise.
Ritengono “ipocrita questa decisione da parte di chi oggi si fa paladino dell’ambiente ma continua a dare autorizzazioni per villette e porti turistici che stanno distruggendo le coste abruzzesi e molisane”. Secondo Legambiente ci sarebbe proprio la corsa al cemento dietro la crisi del turismo sul litorale.
In due regioni dove il problema lavoro diventa ogni giorno più drammatico – osservano Di Matteo e Libertucci – si rinuncia a due e trecento posti occupazionali legati alla costruzione e alla gestione dell’impianto off-shore”. Grazie ad esso – continua Legambiente – si sarebbe prodotta energia pulita capace di soddisfare i fabbisogni di almeno centoventimila famiglie, con vantaggi ambientali ed economici che gli Enti locali avrebbero potuto far ricadere sul territorio nella forma di interventi di qualificazione della costa e valorizzazione turistica”.
Secondo l’associazione alla base di questa storia c’è un paradosso e cioè che “il progetto dell’impianto era stato allontanato dalla costa, come chiedevano gli enti locali, e cavidotti erano stati spostati per evitare di arrecare danni alle dune, con attenzioni ambientali che mai si erano viste in Abruzzo e Molise per progetti di trasformazione del territorio.
Favorevole all’eolico ma non alla ricerca di petrolio, Legambiente annuncia la sua adesione alla manifestazione contro le trivelle in programma sabato 13 aprile a Pescara.
