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sabato, Novembre 30, 2024

POS 2019-2021, la posizione del Comitato “Il Cittadino c’è”

AgnonePOS 2019-2021, la posizione del Comitato "Il Cittadino c'è"

Il direttivo del Comitato agnonese “Il Cittadino c’è”, nato a difesa della sanità molisana e in particolare dell’Ospedale Caracciolo, si è espresso in una nota in merito all’adozione del POS 2019-2021 da parte del Presidente-Commissario Donato Toma.

Di seguito, la loro posizione: “Il Cittadino c’è, comitato sorto a tutela dei servizi sanitari dell’Alto Molise, è contrario all’attuazione del POS 2019/2021, perché non rispetta i territori, i cittadini ed aumenta, ammesso che ce ne fosse bisogno, la mobilità passiva. Comunica inoltre la decisione di aderire a tutte le manifestazioni pubbliche a sostegno dell’annullamento di questo documento. Non si può pensare di riorganizzare la sanità molisana in base a dati di produzione che non tengono presente lo stato di grave sofferenza che il nostro sistema sanitario vive a oltre 12 anni per l’assenza di investimenti in risorse umane, tecnologiche e strutturali.

Non possiamo essere giudicati per POS mai attuati che di fatto non ci hanno permesso l’accesso ai servizi sanitari, anzi hanno caricato il cittadino di ulteriori spese favorendo l’abbandono delle cure per le fasce più deboli.
Preferiamo non ricordare quanto accaduto nell’anno 2020/2021 in merito alla pandemia e alle gravi carenze dei servizi sanitari territoriali ed ospedalieri. Certo è che quanto accaduto ci ha permesso di prendere coscienza della grave situazione in cui versa il servizio sanitario regionale. In questi anni non ci sono stati investimenti che abbiano valorizzato i servizi presenti, anzi si sono prese di mira le piccole realtà e le eccellenze della sanità pubblica per depotenziare, depredare e chiudere i servizi che fornivano.
È accaduto con il Vietri di Larino, il Santissimo Rosario di Venafro, ed anche a quel che era il Caracciolo.
Ora sta accadendo nei reparti ospedalieri della rete ospedaliera pubblica: Cardarelli, Veneziale, San Timoteo.
Se, come vogliono farci credere, siamo un’azienda, un’azienda in perdita, in un mercato che chiede servizi e non trovandoli si rivolge altrove, ci chiediamo: chi è quell’imprenditore che invece di recuperare la clientela, analizzando la situazione in cerca del problema, la spinge ad andare altrove? Siamo sicuri che si stiano curando i nostri interessi?
Per questo chiediamo la possibilità di dare voce alle diverse istanze dei territori in un confronto che disegni una organizzazione sanitaria basata su una rete sussidiaria che compensi e si faccia carico delle diverse esigenze e necessità territoriali in un ottica di controllo della qualità dei servizi erogati avendo al centro il cittadino e il suo bisogno di salute. Basta tentennamenti ne va del nostro futuro dobbiamo insieme alla politica, alle parti sociali, alle associazioni riappropriarci del nostro diritto alla salute non siamo un quartiere di Roma ma una regione che deve tutelare tutti i suoi abitanti e l’organizzazione deve essere pensata decentrata per facilitarne l’accesso alle cure.
Non si può pensare che una persona nel momento più critico dell’esistenza debba subire l’umiliazione dell’emigrazione sanitaria perché non ha scelta! C’è sempre una scelta e la politica deve costruirla con i territori. Il passato non si può riscrivere, il futuro si deve progettare ora!”

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