Gli studenti del Liceo Scientifico “G. Paolo I” di Agnone non ci stanno, non si arrendono, non vogliono che il loro istituto passi in cattiva luce. E decidono di rispondere all’unisono per dimostrare che loro esistono, resistono.
Causa scatenante del grido degli alunni, un articolo apparso nelle scorse ore su una testata online riportante un drammatico dato: nove ragazzi avrebbero lasciato il plesso agnonese per continuare il loro percorso di studi in altri istituti scolastici di Isernia. Una scelta, quella dei nove, forse difficile, sofferta, ma emblema di grande volontà e libertà di poter rincorrere i propri sogni facendo scelte diverse.
Il problema che gli studenti agnonesi hanno voluto porre all’attenzione è stato, però, un altro: i ragazzi hanno criticato la scelta di condividere tali dati adesso, in un momento fondamentale, ovvero quello relativo al percorso di orientamento che i ragazzi di terza media intraprendono per scegliere il proprio futuro di studi.
Da qui il lungo sfogo lanciato dagli alunni dello Scientifico via social:
“Fa male. Fa davvero male leggere queste parole, fa male sentire che gli agnonesi, le persone che più di tutte dovrebbero valorizzare il Liceo, centro di vita e di cultura della comunità, lo denigrano pubblicando questi dati in un periodo di pieno orientamento scolastico, durante il quale gli alunni delle scuole medie scelgono la scuola che frequenteranno per il loro futuro. Fa male sentire parole come queste, pubblicate al solo scopo di mettere in luce le problematiche interne alla nostra scuola, disincentivando la formazione delle nuove classi e velocizzando, così, il processo che inesorabilmente porterà alla fine del Liceo e, di conseguenza, alla fine della comunità di Agnone.
– hanno spiegato i ragazzi –
Se le innegabili difficoltà che la nostra scuola sta affrontando vengono strumentalizzate come armi contro di noi, facendo passare il Nostro Liceo come prossimo alla fine, non possiamo tacere di fronte alle offese subite e vogliamo farci sentire: il Liceo è vivo più che mai, e noi, gli studenti, il motore che alimenta la cultura e la vita di tutta la comunità, siamo pronti a dimostrare il nostro appoggio alla scuola che ci ospita e che abbiamo la fortuna e l’onore di frequentare.”
E allora non è più solo il Molise a resistere, come recita il murales di Civitacampomarano, ma è la volontà di tanti studenti a resistere, di tanti ragazzi con ancora mille pagine di vita da scrivere. Resistono allo spopolamento, resistono al taglio dei servizi e resistono alle difficoltà che si incontrano nelle Aree Interne. Perché, nonostante tutto, finché c’è cultura c’è speranza.