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sabato, Novembre 30, 2024

Agnone, celebrato il 25º anniversario della ‘Ndocciata a Roma

AgnoneAgnone, celebrato il 25º anniversario della ‘Ndocciata a Roma

Questa mattina ad Agnone è stato celebrato il 25º anniversario dalla ‘Ndocciata tenutasi a Piazza San Pietro a Roma, in omaggio al Santo Papa Giovanni Paolo II.

Presente alla funzione religiosa, svoltasi nella Chiesa SS Maria di Costantinopoli, anche il Cardinale Francesco Coccopalmerio.

Di seguito, il discorso del Sindaco Daniele Saia: “Era l’8 dicembre del 1996 quando le fiamme delle ‘ndocce scaldarono il colonnato del Bernini e illuminarono la basilica di San Pietro. Un fiume di fuoco che emozionò i cuori di tutti coloro che assistettero all’evento. Furono 1200 le ‘ndocce partite alla volta di Roma, ben 780 agnonesi, tra figuranti e ndocciatori, che si recarono nella Capitale per testimoniare la loro fede, la loro passione per il fuoco, il loro attaccamento alla tradizione e il loro affetto a Giovanni Paolo II in segno di riconoscenza per la storica visita fatta l’anno prima alla nostra amata Agnone.

Tra di loro c’ero anch’io, di quell’8 dicembre conservo un ricordo vivo, indelebile. 23 anni, quattro ‘ndocce sulle spalle e tanta, tantissima emozione. Eravamo tutti consapevoli di essere scrittori di una pagina indelebile per la nostra comunità e per il Molise tutto. Dinnanzi a noi le colonne di quell’immensa Piazza San Pietro, che ci sovrastavano quasi volessero abbracciarci. Ancora più sovrastante delle colonne vi era uno sguardo, quello di Papa Wojtyla che assisteva con stupore allo storico evento. I quotidiani, il giorno seguente, sottolinearono la commozione del Santo Padre. E commossi eravamo anche noi ‘ndocciatori che avevamo nascosto l’emozione tra le fiamme e scambiato le lacrime di gioia come reazione a quel fumo che annebbiava i nostri occhi. Quello che stavamo portando a Piazza San Pietro non era solo fuoco, ma era anche luce di speranza che non rischiarava solo quel luogo fisico, ma illuminava anche le coscienze dei presenti e infondeva nuova fiducia a tutti noi per il futuroda costruire. Era la stessa fiducia che inserimmo nel nostro bagaglio di ritorno per Agnone e dalla quale si generò una nuova forza propulsiva che guidò la comunità verso obiettivi sempre più ambiziosi.

E fu proprio Giovanni Paolo II a ricordare in un inciso del suo messaggio il valore simbolico di quella ‘Ndocciata. «Le crepitanti fiaccole splendono nella notte, ricordando che Cristo è la vera Luce che rischiara le tenebre dal Mondo. Recando sulle spalle le gigantesche torce di abete e formando quasi un fiume di fuoco, voi proclamate l’amore di Colui che è venuto a portare sulla Terra il Fuoco del Vangelo.» Disse affacciandosi e rivolgendosi alla folla.

Quella ‘Ndocciata è rimasta nel nostro cuore, nel cuore di tutti i molisani e nel cuore dello stesso Papa. Uno degli artefici di quel memorabile evento fu l’allora Prefetto coordinatore dei servizi per la sicurezza del Vaticano Enrico Marinelli, a cui va il nostro ricordo e il nostro più sentito grazie, sia per aver portato il Papa qui ad Agnone, dove assistette alla fusione di una campana nella Pontificia fonderia Marinelli, sia per il tempo e l’energia che dedicò instancabilmente per l’ottima riuscita della manifestazione.

Fu proprio lui, in una lettera che fece pervenire alla cittadinanza agnonese, a svelare un aneddoto caratteristico riguardante non solo il rapporto fiduciario che lo legava al Papa, ma anche un affetto speciale che il Santo Padre nutriva per il nostro paese. Egli, infatti, aveva rivolto alla nostra Agnone un peculiare pensiero, dicendo «Agnone, Agnone è grande».

Dal 1996 ad oggi quante cose sono state realizzate e quante ancora ce ne sono da fare! Il futuro appartiene non solo a noi, ma soprattutto ai tanti giovani che scelgono di vivere il territorio, nonostante tutto. Purtroppo, negli ultimi anni, le Aree Interne come le nostre hanno sofferto un impoverimento socio-economico, che si traduce in un progressivo spopolamento. Tuttavia, nel nostro animo e nel nostro agire devono riecheggiare costantemente le parole che Giovanni Paolo II pronunciò durante la sua visita ad Agnone il 19 marzo del 1995. Di quel discorso voglio ricordare alcuni passaggi fondamentali: «Carissimi artigiani e voi tutti contadini e lavoratori del Molise, non arrendetevi di fronte ai gravi problemi del momento e non rinunciate a progettare il vostro futuro! Voi avete continuato con pazienza e tenacia a custodire una cultura produttiva silenziosa ma efficace, che oggi può diventare fattore determinante per l’avvenire della vostra Terra.»

E ancora: «Sarà doveroso, inoltre, proteggere la qualità del territorio, superando la tentazione di emarginare, rispetto ai servizi essenziali, le zone più ferite dall’emigrazione, dallo spopolamento: solo ripristinandodappertutto condizioni di vita ottimali, si consentirà a ciascuno di rimanere nella terra dei suoi avi e nella sua casa.»

A distanza di 25 anni, il mondo sta affrontando un momento molto delicato legato al diffondersi della pandemia da Covid-19, che ha reso più fragili e impotenti le nostre vite.Avremmo voluto festeggiare quest’importante anniversario in concomitanza all’uscita da questo incubo pandemico. Tale agognata circostanza, purtroppo, non si è verificata. L’auspicio è che la luce delle ‘ndocce, allora come oggi, possa simboleggiare la vera luce di speranza e rinascita, possa illuminare il nostro futuro ed essere foriera di una riconquistata e diffusa fiducia verso una ritrovata socialità e un nuovo spirito di fratellanza tra popoli.

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