Tra le eccellenza della gastronomia molisana c’è il tartufo, nero e in particolare bianco, che ci pone tra i massimi produttori di questo fungo pregiato.
E’ arrivato il riconoscimento tanto atteso. L’Unesco ha riconosciuto la cerca e cavatura del tartufo patrimonio culturale immateriale dell’umanità. “Un’ottima notizia” è stato il commento della sottosegretaria alla Cultura, Lucia Borgonzoni.
“Con questa iscrizione – ha aggiunto – salgono a 15 gli elementi italiani che fanno parte del patrimonio culturale immateriale dell’umanità riconosciuto dall’Unesco”.
“Per l’Italia e per il Molise è un giorno speciale, una data da ricordare” ha detto l’assessore regionale Nicola Cavaliere. “Una delle nostre più grandi eccellenze ha ricevuto il giusto riconoscimento a livello mondiale. Per la nostra regione – ha continuato – si tratta di un’opportunità epocale, su questo prestigioso e storico traguardo dobbiamo ora essere tutti bravi, ora, a costruire qualcosa di importante dal punto di vista commerciale, turistico sociale e culturale”.
Nel novembre del 2019, era stato proprio Cavaliere a consegnare di persona, all’allora ministra Teresa Bellanova, una lettera nella quale si chiedeva l’interessamento del dicastero sull’iter amministrativo per il riconoscimento UNESCO. Iniziativa, concordata con l’associazione nazionale Città del Tartufo.
“Questa è una vittoria che nasce dal gioco di squadra, – ha aggiunto l’assessore – dalla capacità di realtà diverse di fare rete a sostegno di una unica identità”.
Dal Ministero della Cultura hanno sottolineato che si tratta della prima candidatura nazionale del patrimonio immateriale che rappresenta il tema della biodiversità culturale come fattore chiave per identificare un elemento capace di unire ai tratti storici ed antropologici millenari l’interdipendenza tra uomo e natura nei diversi habitat naturali e territori vocati. Una rete che unisce circa 70.000 tartufai, 14 Regioni Italiane e numerosi comuni anche di aree interne.