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sabato, Novembre 16, 2024

Sanità molisana, non solo disastri

AttualitàSanità molisana, non solo disastri

È un affezionato lettore di Isernia, l’avvocato Mario Petrecca, che scrive una lettera aperta al nostro giornale, in cui parla di una sanità, quella molisana, che tra mille difficoltà conserva il suo lato umano. Petrecca ci racconta la sua esperienza al Cardarelli di Campobasso:

“È quasi un dovere morale dare merito, in una società in cui dilaga una sorta di indifferenza interpersonale ed in cui i rapporti sociali sono mortificati dalla logica dell’utilitarismo più bieco, ai tanti operatori del settore sanitario pubblico cui mi sono con fiducia rivolto per il terzo o quarto intervento resosi necessario nel corso dei miei ultimi anni di una lunga esistenza.
Mi riferisco nel caso di specie al reparto di chirurgia vascolare dell’ospedale Cardarelli di Campobasso, retto dal dr. Luca Iorio, ove in occasione di un intervento alla carotide, sono stato curato non solo con professionalità quanto con umana ed affettuosa vicinanza da parte di tutto lo staff medico ed infermieristico.
La mia è una generazione che ha vissuto gli anni in cui non era scontato il “diritto alla salute”, in cui si moriva per malattie sconosciute, non si poteva fare ricorso ai farmaci ed il più delle volte la guarigione era rimessa alla volontà del Signore per chi credente o del Destino per gli altri.
Le operazioni subite da giovane ancora generano in me l’olezzo del cloroformio utilizzato con indubbi risultati quale anestetico!
Nell’ultimo decennio ho fatto ricorso alle strutture ospedaliere di Isernia e Termoli nei reparti di Cardiologia ed Emodinamica ed a Campobasso per quanto appena indicato.
Vi garantisco che i medici, il personale paramedico ed infermieristico è composto di persone inclini al sacrificio, di uomini e donne che ti sono vicine con un sorriso, con dolcezza, di giorno e di notte, spesso facendo turni massacranti in conseguenza della pandemia che ancora tiene sotto pressione il comparto sanitario.
È un dovere morale pertanto rendere merito a questi professionisti, al di fuori degli slogan gridati dai balconi, rendendosi conto che nella pubblica amministrazione esistono disparità inimmaginabili di trattamento e di responsabilità.
Tutto ciò deve rendere la classe politica ancor più responsabile nella gestione del sistema sanitario pubblico, riducendo gli sprechi, dotando le strutture di uomini e mezzi, motivando gli operatori ed amministrando la cosa pubblica con la diligenza del buon padre di famiglia.
La generazione cui appartengo ha visto un Paese ridotto in macerie rialzarsi ed avviarsi al progresso grazie al coraggio di uomini e donne temprati dal sacrificio e dalla voglia di migliorare e sono proprio quegli uomini e quelle donne che ora, mi auguro di cuore, trovino nella sanità pubblica il conforto e l’umanità che la malinconia e gli acciacchi della vecchiezza rendono necessari”.

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