La pesca a strascico è una metodologia di pesca al centro di dibattiti da molto tempo: da una parte chi la criminalizza perché distruggerebbe i fondali e non rispetterebbe l’ecosistema ma è il metodo più diffuso in tutto il mondo e anche per la marineria termolese che ne impiega quasi la metà delle sue imbarcazioni.
I pescatori da sempre difendono l’uso degli attrezzi a strascico attivi in quanto attività sostenibile.
Sulla base di questo nasce l’Alleanza Europea per la pesca a strascico: a farne parte le organizzazioni di 14 paesi dell’Unione Europea, circa 20.000 pescatori e 7.000 imbarcazioni.
Per l’Italia, hanno aderito Alleanza Cooperative Italiane Pesca,, Federpesca, Coldiretti Impresa Pesca e Unci Agroalimentare.
“Una buona notizia- ha commentato Domenico Guidotti della Federcoopesca Molise- è importante, perché sedere ai tavoli per discutere e concertare le misure per lo strascico ora è vitale.”
Considerata da anni come invasiva, in parte è vero ma con le misure adottate: come la riduzione delle giornate di pesca, l’utilizzo di maglie delle reti più piccole e le zone di nursery hanno portato a salvaguardare l’ecosistema.”
Il metodo della pesca permette di portare a terra quasi un milione di tonnellate di pescato e rappresenta quasi il 40% delle entrate totali con importanti introiti e generando anche un aumento dell’occupazione: tutti fattori che contribuiscono all’economia di città costiere e non solo.