Il 26 marzo scorso si è tenuta ad Agnone una giornata di iniziative dedicate al tema della pace. Anche i beneficiari del Progetto del Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI) hanno partecipato all’evento prendendo una posizione netta e contraria nei confronti del conflitto in atto in Ucraina e, più in generale, nei confronti delle altre forme di violenza nel mondo.
Ed è stato proprio uno dei ragazzi del progetto, guidato dalla coordinatrice Pina Mitri, a lanciare un forte messaggio inerente il tema della tutela della vita.
Di seguito, il testo integrale della sua lettera: “In questo giorno, in occasione della marcia della pace, voglio portare anch’io il mio contributo. Voglio spiegare cosa vuol dire per me la pace: la pace non è una parola, non è una stagione ma sono gli atteggiamenti che gli uomini hanno gli uni verso gli altri. Dobbiamo mostrare ai nostri bambini i comportamenti che producono pace. Tutti gli uomini sbagliano ma con il perdono, tutto insieme riusciamo a vivere in pace. Nel mio Paese ho vissuto la guerra sulla mia pelle, ho visto case distrutte, fabbriche e scuole chiuse. Anziani abbandonati nelle loro case. Ho visto bambini piccoli fare tanta strada a piedi per fuggire senza acqua e cibo.
Ho visto donne costrette ad abbandonare i loro figli appena nati negli ospedali per cercare di dare loro una speranza di sopravvivere. La guerra ci fa perdere i nostri fratelli, le nostre sorelle e tutto ciò che i nostri padri hanno costruito con grandi sacrifici prima di noi. La guerra cancella tutta la nostra storia. Un solo uomo non può creare la pace ma tutto insieme la possiamo fare.“