A squarciare una cappa di silenzio, durata oltre sette anni, c’ha pensato la stampa nazionale accendendo i riflettori sul caso “Bari”. Ben quattro testate: Repubblica, il Fatto Quotidiano, il Corriere della sera e la Verità si sono occupate della tormentata vicenda che ha visto coinvolti il magistrato Fabio Papa e la direttrice di Telemolise, Manuela Petescia, accusati ingiustamente di tentata estorsione e concussione da parte dell’ex Presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, del PD, e dal suo storico avvocato Salvatore Di Pardo. Dopo l’assoluzione con formula piena in primo e secondo grado lo schema processuale si è ribaltato e i due accusatori adesso siedono sul banco degli imputati con l’accusa di calunnia continuata in concorso. “Veleni e accuse infondate, scrive Conchita Sannino su Repubblica. Thomas Mackinson sul Fatto Quotidiano ricostruisce con dovizia di particolari il calvario subito da Papa e Petescia, e i contorni di una vicenda kafkiana che ha segnato in maniera indelebile la vita di due innocenti. Fabrizio Caccia sul Corriere della sera mette in evidenza il ribaltone giudiziario che adesso vedrà Frattura e Di Pardo alla sbarra il prossimo 6 dicembre, data della prima udienza del processo a loro carico. Fabio Amendolara, su la Verità, ritorna sulla vicenda dopo che nel 2017 se ne occupò con una inchiesta giornalistica che già all’epoca metteva in risalto le incongruenze le contraddizioni di una ricostruzione bugiarda. Una storia losca da qualunque parte la si guardi, una storia colpevolmente ignorata da una regione che si è girata dall’altra parte, dove nessuna voce si è levata, di nessuna agenzia sociale, compresa la voce di quelle organizzazioni che puntualmente scendo in campo quando è una donna (come in questo caso) oggetto di ingiustizia. Forse la trama losca ordita da un presidente targato PD non desta scandalo. C’è da chiedersi a parti rovesciate, con un presidente estraneo alla sinistra, se sarebbe accaduta la stessa cosa.