di Giovanni Di Tota
Una lotta contro il tempo, si dice in questi casi. Ma logica vorrebbe che ad un paziente colpito da infarto fossero applicate tutte le procedure dell’urgenza. Invece, all’uomo di 61 anni, arrivato alle tre di stanotte al pronto soccorso del San Timoteo, non è stato possibile praticargli la coronarografia, indispensabile soprattutto nelle patologie coronariche tempo dipendenti
Stando a quanto si è appreso, in quel momento il medico per praticare l’esame e l’eventuale angioplastica era presente in emodinamica ma, a causa di tagli alla reperibilità, non c’erano tecnici in radiologia.
Dunque si organizzano le urgenze senza mettere insieme i “tasselli” che le compongono, non essendo possibile una coronarografia se manca il supporto radiologico.
Una volta capito che al commerciante termolese era impossibile praticare le cure urgenti del caso, è stato allertato l’ospedale Cardarelli. Ma, altro paradosso della velocità richiesta dall’urgenza, tempo prezioso è sfuggito via anche per poter effettuare il viaggio Termoli Campobasso.
Il paziente ha varcato la soglia dell’ospedale Cardarelli quando ormai era già mattina, verso le sette. Anche in questo caso, fonti ospedaliere hanno riferito che l’uomo è arrivato in condizioni molto gravi in uno stato comatoso ed è stato intubato.
Se si chiama medicina d’urgenza, se ci sono patologie cosiddette tempo dipendenti, chi deve garantire che i protocolli siano rispettati? Ospedali pubblici con gravi carenze di personale in una sanità che non assicura più il diritto alla salute.
Un uomo di 61 anni lotta per sopravvivere e il suo destino, come quello di tanti altri, è nelle mani di chi riempie carte e file sui computer.