Una coltellata al cuore. Delle quindici che Pietro Ialongo le ha inferto è stata quella fatale. Lo ha stabilito il medico legale Gabriele Margiotta, che ha depositato in Procura i risultati dell’autopsia eseguita sul corpo di Romina De Cesare.
L’ha strangolata, ma lei era ancora viva. Allora ha preso il coltello che Romina gli aveva regalato a Parigi per la sua collezione e l’ha colpita. Quindici volte. Al fegato, alle braccia, alle gambe e poi al cuore.
Sono le ferite sugli arti che raccontano la lunga agonia di Romina. Ha provato a difendersi fino alla fine, ha guardato negli occhi il suo assassino e poi è rimasta lì. In un lago di sangue, per ore.
I suoi capelli biondi, gli occhi azzurri, il corpo esile: ora è tutto ciò che resta nei murales dedicati alla giovane donna di Cerro al Volturno.
Pietro Ialongo, reo confesso dell’omicidio, non aveva accettato la fine della loro storia, non ammetteva che Romina fosse andata avanti. E così le ha strappato il futuro.
Ora si attendono i risultati della perizia effettuata sul traffico telefonico di Romina e Pietro.
Gli ultimi contatti, le ultime chiamate, le ultime parole aggiungeranno un altro tassello a questa triste vicenda.