Con la ripartenza della scuola sono ripartiti in tutti i Comuni anche i servizi di trasporto scolastico. Pulmini in viaggio dalle contrade fino alle sedi scolastiche per garantire ai ragazzi il diritto allo studio.
Una mamma di Agnone, però, ha pubblicato su Facebook un duro post di sfogo sull’inefficienza del trasporto per suo figlio di 8 anni.
Di seguito, la riflessione di Annamaria Mastronardi: “Mio figlio, di 8 anni, dunque in obbligo formativo, da quest’anno è stato privato del trasporto scolastico.
Abitiamo in una zona rurale alle porte del paese e più precisamente a 2 km.
Assieme a mio figlio anche altri bambini.
Anzi no, un momento, ce l’ha il dis-servizio!
Ve lo racconto, magari di domenica mattina avrete 2 minuti per leggermi.
Dunque, vediamo se riesco a spiegare la via crucis proposta.
Mi ripeto, siamo in una zona rurale a 2 km dal paese, un punto sufficientemente rinomato per la criticità delle nevicate et bufere.
Ieri, sabato mattina, mi giunge la telefonata dagli uffici comunali per mezzo di una gentile voce probabilmente volontaria di servizio civile, incaricata di chiamare le famiglie ed avvisarle che improvvisamente
– ad anno scolastico ben avviato
– nonostante ci sia stata la lunga estate di mezzo per poter rilevare problemi ed individiduare soluzioni
– senza avere la minima cognizione del percorso
ebbene, improvvisamente cambia tutto.
Al mio piccolo Ivan a 2 km dal paese, dal Comune viene imposta un’unica soluzione.
Dalla fine del viale davanti casa prendi il bus alle 6.40. Ripeto 6.40.
Ripeto 6.40, ad 8 anni, in una zona rurale, a 2 km dal paese.
Poi parti per un lungo viaggio di un’ora e mezza di km e km di strade interpoderali dissestate, pericolose e che la colazione che avrai fatto dovrà riuscire dalla bocca e dalle orecchie.
Il percorso è Colle Marino dove preleva Ivan, Guado Liscia, Zarlenga, Marzovecchio, San Quirico, Verrino.
Tutto molto logico, una pianificazione studiata in modo scientifico, frutto di ingegneria logistica avanzata.
Arriva a scuola, non esattamente performante.
Le maestre capiranno se arriva stravolto e non sarà in grado di affrontare 6 ore di lezione.
Ovviamente alzo il telefono e presento le mie rimostranze a chi di dovere. Le prime risposte ottenute le ometto, perchè mi duole profondamente anche solo ricordare le frasi udite, la leggerezza e le risate con cui sono state pronunciate, qualche parolaccia, la superficialità di certe considerazioni, il contenuto che offende la mia intelligenza.
Penso siano state complessivamente oltre 2 ore di conversazione con i 3 interlocutori.
E dunque Ivan non potrà raggiungere la scuola per tantissimi giorni. Il papà si sveglia alle 3.30 per raggiungere il luogo di lavoro, la mamma si trova in una condizione di salute che non le consentirà sempre di sopperire a questo diritto negato.
Quindi Ivan non andrà a scuola, vedrà NEGATO DIRITTO ALLO STUDIO E DIRITTO ALL’ISTRUZIONE.
L’abc di una comunità viene negato a mio figlio e non solo, ma come mi è stato detto “Annamarì, chess è” accompagnato da una risatina, una risatina.
In tutta l’amarezza che mi avvolgeva, ho proposto soluzioni ovvero poter usufruire di altri trasporti scolastici di altri comuni attigui. Un pulmino è pieno.
Per l’altro pulmino, che viaggia vuoto per metà, l’altro sindaco, mi viene riferito, “non vuole”.
Non me ne faccio una ragione. Prima si avvia il servizio, poi si toglie, poi si fanno proposte umanamente inaccettabili. Con l’anno scolastico in corsa e l’estate trascorsa a fare tutt’altro e ben altro.
In tutto ciò, sottolineo che nella poca disponibilità di bus scolastici ed autisti con i giusti requisiti, per utilizzare con parsimonia dette risorse, si lascia Ivan a piedi e si prelevano 12enni nel centro urbano.
Altro risultato di elevata ingegneria logistica.
Io non li conto più i convegni, progetti, finanziamenti, fiumi di soldi per sfavorire lo spopolamento delle aree interne.
Ma da lunedì ho certamente davanti agli occhi quotidianamente un esempio di come FAVORIRE lo spopolamento, la sfiducia nel modo di gestire la cosa pubblica e l’assenza di gestione da buon padre di famiglia.
Perchè lo scrivo qui?
Perchè è l’inizio della fine di un altro prezioso servizio che, tra un convegno e l’altro, ci stanno togliendo.
Di famiglie ce ne sono tante. Riflettano con me ed ovviamente tutti liberi di esprimere il loro pensiero, anche se fosse diverso dal mio.
Buon anno scolastico a tutti gli alunni e soprattutto a tutti i genitori che sopperiranno ai servizi assenti per assicurare diritti e dignità ai propri figli.”