Due vasi ornamentali, dipinti a mano e poi un’altra ventina di piccoli oggetti tutti fatti a mano, che gli esperti hanno fatto risalire tra il sesto e il terzo secolo avanti Cristo.
Pensava di averla fatta franca, l’uomo, un 50enne del basso Molise che avrebbe agito su commissione per conto di un collezionista, che aveva trafugato e nascosto i reperti archeologici, ma è stato scoperto e denunciato dalla Guardia di Finanza.
Ceramiche di Apula, Daunia e Gnathia di grandissimo pregio artistico e anche di un consistente valore economico che, secondo la sopraintendenza archeologica avrebbero fruttato molti soldi se immessi sul mercato clandestino internazionale.
Le indagini della Guardia di Finanza di Termoli hanno condotto i baschi verdi fino al responsabile del furto. L’uomo, di nazionalità italiana, è stato denunciato alla Procura di Larino e a breve verrà processato.
Il sequestro di pezzi archeologici in Italia o all’estero – hanno spiegato dalla Guardia di Finanza – assume un elevato valore sociale, perchè in questo modo – hanno aggiunto le Fiamme Gialle – viene restituita alla collettività una ricchezza storica e culturale.
Sempre più spesso anche la criminalità organizzata allunga le mani sui beni archeologici considerati una vera e propria fonte di investimento.
L’attività di servizio, controllo economico del territorio e il contrasto ai traffici illeciti da parte della Guardia di Finanza continua ad essere l’obiettivo principale del corpo in sinergia con l’autorità giudiziaria.
Tutelare il patrimonio storico-archeologico, significa anche salvaguardare uno dei simboli dell’Italia nel mondo.