Figurano sei indagati nell’inchiesta aperta dalla Procura di Chieti per far luce sulla morte di Roberto Silvestri, l’isernino di 68 anni deceduto al policlinico di Chieti sei giorni dopo un intervento di ernia iatale. Tra gli operatori sanitari iscritti nel registro degli indagati compaiono anche i nomi di due medici molisani: uno agnonese e l’altro campobassano.
Intanto è stata eseguita l’autopsia sul corpo di Silvestri. Ai consulenti tecnici il compito di stabilire se la morte dell’uomo sia riconducibile a errori, ritardi nelle diagnosi o negligenza dei medici.
“Attendiamo i risultati dell’autopsia – ha dichiarato a Telemolise Enzo Di Lodovico, avvocato della famiglia Silvestri – per fare piena luce sulla causa del decesso. Il nostro obiettivo è fare chiarezza: nessuno si aspettava che un intervento banale potesse portare a una simile tragedia, ma l’esito dell’esame autoptico darà risposte sulle eventuali responsabilità”, ha concluso il legale.
Silvestri è stato operato l’8 dicembre, ma subito dopo l’intervento avrebbe iniziato ad avvertire dolori al torace. Il 14 dicembre, alle 5 del mattino, è stato portato in Rianimazione in condizioni gravissime, dove è morto poche ore dopo.
Una complicazione sulla quale la famiglia di Silvestri, ancora sotto shock per quanto accaduto, chiede spiegazioni.