Se non è un ammutinamento, poco ci manca. Dalla sacca della befana cadono sul presidente commissario Toma accuse pesanti come pietre. A prendere carta e penna e a mettere nero su bianco tutte le criticità di quello che resta dell’autonomia sanitaria molisana, è l’intera struttura portante della Direzione Generale per la Salute della Regione Molise. Prima tra tutti i dirigenti a firmare la missiva che denuncia le insostenibili difficoltà operative della struttura, e la titolare Direzione, Lolita Gallo. Seguono le firme degli altri dirigenti: Michele Colitti, Riccardo Tamburro, Alessandro Altopiedi e Antonella Lavalle. L’antefatto della durissima presa di posizione è presto detto. Lo svuotamento di personale della Direzione Generale della Salute a favore del neonato Servizio di Supporto alla Struttura Commissariale. Si tratta di quattro unità operative passate dalla Direzione Generale al servizio del Commissario Toma e del sub Papa. Un trasferimento che ha aperto, secondo i latori della missiva, una falla che oltre a svuotare di personale il servizio di direzione generale della salute, con carichi di lavoro insostenibili e straordinari, rappresenta – scrivono testuale i firmatari – “un potenziale danno per i cittadini e per i soggetti portatori di interesse.
Quello che si profila, sono disservizi amministrativi, errori e mancato rispetto delle scadenze – proseguono sempre i dirigenti i quali giungono ad ipotizzare – ed è questo l’aspetto più inquietante della nota – una possibile compromissione dell’integrità fisica e psichica del personale tutto.
Questa situazione non può perdurare oltre, scrivono i dirigenti che parlano di disinteresse dell’amministrazione e di un clima lavorativo che a loro giudizio non è affatto improntato alla collaborazione. Insomma, siamo difronte ad una vera e propria messa in mora dei dirigenti della salute nei confronti del Presidente Commissario. O si interviene subito con i correttivi necessari – leggi assegnazione di personale, e con un clima lavorativo improntato alla collaborazione, altrimenti la struttura rischia di fermarsi.