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venerdì, Dicembre 27, 2024

L’ultimo saluto della Diocesi di Trivento a monsignor Nicola Gentile

AttualitàL’ultimo saluto della Diocesi di Trivento a monsignor Nicola Gentile

L’ultimo saluto della Diocesi di Trivento a monsignor Nicola Gentile. Dopo mesi di degenza a letto, ma sempre lucido e “gentile” nel parlare e nell’ascoltare, è tornato alla casa del Padre il carissimo Monsignor Nicola Gentile. Mons. Claudio Palumbo e i sacerdoti della Diocesi di Trivento, afflitti, porgono sentite condoglianze ai familiari del “grande “sacerdote” ed assicura preghiere devote per la sua anima diletta. Il carissimo monsignore – la nota della curia trignina, di don Mimì Fazioli – era nato a Castel del Giudice da Alberto e Scarlatelli Antonietta ed era stato battezzato il giorno 28 agosto 1930. Aveva frequentato gli studi medi e ginnasiali presso il Seminario Vescovile di Trivento e gli studi liceali e teologici presso il Seminario Regionale di Chieti dove aveva ricevuto: la prima tonsura il 9 novembre 1952 da mons. Valeri Vescovo dei Marsi; l’ostiariato e il lettorato il 28 febbraio 1953 da mons. Battistelli Vescovo di Teramo; l’esorcistato e l’accolitato il 31 gennaio 1954 da mons. Bornigia ex Rettore del Seminario; I suddiaconato lo aveva ricevuto per mano del Vescovo di Trivento mons. Giannico presso il Seminario estivo di Agnone l’8 settembre 1954; il Diaconato lo aveva ricevuto ancora presso il Seminario Regionale di Chieti da mons. Bosio Arcivescovo di Chieti. Divenne sacerdote in Castel del Giudice il 29 giugno 1955 per mano sempre del nostro Vescovo mons. Epimenio Giannico. Già nel 1952 era stato nominato mansionario della Cattedrale di Trivento e dall’ottobre del 1955 al giugno del 1958 fu vicerettore nel Seminario Vescovile di Trivento e insegnante di lettere. Dal 1° ottobre 1958 al 2012 è stato parroco in Celenza sul Trigno pe ben 54 anni, amato, rispettato e riverito dai suoi cari fedeli. Dopo si era ritirato in Selva di Altino presso una sua nipote e qui ha collaborato con il parroco del luogo meravigliosamente, fin quando la salute e le forze lo hanno accompagnato. I funerali si svolgeranno il 1° febbraio presso la Chiesa della Madonna del Rosario in Selva di Altino alle ore 14,30 e poi la bara sarà tumulata nel cimitero del suo paese natale. Tutta la vita di don Nicola, possiamo ben dirlo, è stato un grande racconto di obbedienza. Non obbedienza formale, ma interiore, filiale. A volte sembrava che fosse troppo distaccato da applausi e attenzioni, ma in questo ci richiamava all’essenzialità, sapendo che nel Signore non c’è preferenza di persone. negli ultimi mesi , malato e a letto ripeteva gioioso: «Qui si compie il mistero di quella porta stretta, raccontata dal Vangelo, in cui Gesù ci chiede di entrare. Non è fatta solo di sofferenza fisica e psicologica, ma anche da piccolezza, che lui era preparato a vivere evangelicamente: quella piccolezza con cui il Signore si riconosce in noi e noi in Lui». Una vita, la sua, vissuta in totale essenzialità e radicalità, una vita ammirevole, nella quale davvero in mille modi si compiva il Vangelo fino all’ultima parola. Vi sono ultimi che saranno primi e primi che saranno ultimi. Guai a noi ad aver la fretta di dirci primi mentre siamo semplicemente e poveramente ultimi. Lasciamo al Signore di sconvolgere le nostre classifiche e di sorprenderci con la sua misericordia. Noi seminaristi, quando lo cercavamo, lo trovavamo spesso in cappella, al freddo e al buio, assorto in preghiera. Sono questi frammenti di memoria per me indelebili – ricorda don Mimì Fazioli – che mi aiutano a disegnare i contorni della sua anima, adesso che non ha più un corpo. Sono momenti preziosi, dentro la valigia che mons. Nicola ci ha lasciato sulla strada della vita, che contiene il suo insegnamento più importante: l’onestà: quella che ha sempre avuto, quella a cui, grazie al suo esempio, non saprò mai rinunciare. Grazie, don Nicola per tutto il bene che hai dispensato nel corso della tua lunga ed intensa vita sacerdotale.

 

 

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