Il Tribunale del Riesame ha reso note le motivazioni della sentenza con cui aveva stabilito che Irma Forte, la 68enne indagata per aver ucciso il marito, Carlo Giancola, dovrebbe scontare la misura cautelare in carcere.
Il Riesame ha infatti offerto una ricostruzione della dinamica diversa da quella che la donna ha confessato davanti al Gip del Tribunale di Isernia Micaela Sapio. Ritenendo il delitto efferato e crudele, per il Tribunale della Libertà Irma Forte è da considerare socialmente pericolosa, motivo per cui, accogliendo la richiesta della Procura di Isernia, ha stabilito che, in attesa del processo, la donna dovrebbe essere reclusa in carcere.
Decisione sospesa perché gli avvocati della difesa, Demetrio Rivellino e Giuseppe De Rubertis, hanno già annunciato ricorso in Cassazione. I legali, infatti, sin dal primo momento, hanno parlato di una tragedia che si è consumata all’apice di un’accesa discussione, l’ennesima in un matrimonio difficile. Continue vessazioni, litigi e tensioni avrebbero portato Irma Forte, alle prime luci dell’alba dello scorso 24 dicembre, a strappare dalle mani del marito un ciocco di legno, probabilmente per difendersi, e a colpirlo alla testa.
Per gli avvocati, dunque, la ricostruzione del Riesame non è compatibile con il quadro familiare della donna. Non si tratterebbe di un delitto efferato, ma di un omicidio d’impeto.
Intanto si attendono i risultati dei rilievi che i Ris e i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Isernia hanno effettuato nell’appartamento di via XXV settembre per ricostruire l’esatta dinamica dell’omicidio.
Le macchie di sangue trovate in camera da letto potrebbero fornire elementi utili a confermare o meno il racconto dell’aggressione. Lo shock di Irma Forte. La chiamata al 112 e i dettagli di una vicenda che ha scosso l’intera comunità di Santa Maria Del Molise.
