Al faccia a faccia tra Toma e il Ministro della Salute, Schillaci, si aggiunge alle altre richieste un vero e proprio carico da undici: fermare il Tavolo Tecnico. Nelle ultime ore sono emersi fatti che hanno ulteriormente inasprito i rapporti con la struttura tecnica messa in piedi ormai da oltre un decennio dai Ministeri dell’Economia e Finanze e quello della Salute.
La circostanza emersa è quella di un’ingerenza di ordine politico da parte del Tavolo tecnico che avrebbe messo in discussione il doppio ruolo di Toma: quello di commissario e quello di presidente. Una doppia funzione che, secondo i tecnici ministeriali, avrebbe generato confusione e che -lnò.l-comporterebbe difficoltà nella applicazione delle prescrizioni draconiane imposte da Roma. Un ultimo esempio, in tal senso, è la decisa presa di distanza di Toma dal parere negativo espresso dal Tavolo tecnico sulla integrazione contrattuale per il servizio di 118. Servivano 300mila euro, una somma irrisoria, ma da Roma sul tema è arrivato un NO categorico.
Allo stop al tavolo tecnico si aggiungeranno richiese precise: l’adozione di un provvedimento strutturale per il Molise che determini la fine del commissariamento, l’aumento della dotazione finanziaria ordinaria per la Sanità e l’azzeramento del debito maturato. Maturato, questo il punto principale, a causa della esiguità di risorse destinate al Molise.
O tale provvedimento viene messo in cantiere e varato entro pochi giorni, ma con garanzie immediate, oppure le dimissioni annunciate diverranno ufficiali. Letta in controluce, la storia appare già scritta e con molta probabilità a Roma già si lavora per la sostituzione di Toma che tornerebbe alla piena attività di presidente nei pochi mesi che mancano alla fine della legislatura.