Recesso dall’Unione dei Comuni, i consiglieri Pavone, Scarano, Mazzei e Lomastro incalzano il sindaco di Trivento Corallo. “Nel consiglio comunale dell’8 agosto – scrivono nella nota congiunta i consiglieri – il sindaco ci ha convocati per deliberare un atto confermativo per il recesso dall’Unione dei comuni, in quanto la maggioranza ha nuovamente dato prova del suo dilettantismo e pressapochismo amministrativo e politico. Infatti, già lo scorso novembre il sindaco aveva convocato un Consiglio comunale per deliberare il recesso dall’Unione dei comuni, atto che poi è stato deliberato dal Consiglio, peraltro in seconda convocazione, da soli 6 consiglieri su 13. Peccato, però, che il sindaco e la maggioranza non hanno considerato che nello statuto dell’Unione si dice chiaramente che il recesso di un Comune deve essere deliberato dai 2/3 dei consiglieri, quindi era necessario che almeno 9 dei 13 componenti del Consiglio comunale votassero il recesso. Cosa che non è sfuggita al Consiglio dell’Unione dei Comuni, dove, tra le altre cose, il sindaco è stato per tre anni abbondanti, il quale ha deliberato di non poter accogliere il recesso del Comune perché non rispettava lo statuto. Pertanto, il sindaco ha tentato di mettere una pezza a questo errore macroscopico, convocando il Consiglio comunale e chiedendo a tutto il Consiglio, che non è mai stato informato sull’attività dell’Unione in questi anni, di votare questo atto confermativo. Peccato, però, che il sindaco non è stato nemmeno in grado di accertarsi che tutti i componenti della maggioranza (in numero di 9, quindi esattamente il numero che serviva per rispettare il vincolo dei 2/3 dei consiglieri) fossero presenti al Consiglio, segno che la sua attuale maggioranza inizia a scricchiolare. Ricordiamo che il sindaco aveva deciso di uscire dall’Unione dei Comuni sempre per una sua personale decisione, senza preventivamente informare i capigruppo e l’opposizione di questa decisione. Noi dell’opposizione, già a novembre, abbiamo contestato le modalità con cui è stato deciso di uscire dall’Unione dei Comuni (con un famoso messaggio whatsapp dal quale si evinceva che la decisione fosse dipesa da una ripicca del sindaco nei confronti di un altro sindaco dell’Unione, che poteva essere un suo competitor nelle elezioni regionali, reo, secondo il sindaco, di aver postato una considerazione negativa sull’operato dell’amministrazione Corallo). Inoltre, questa decisione non è stata condivisa preventivamente con noi, per esempio convocando una conferenza dei capigruppo (uno strumento più volte invocato anche dall’ex assessore Lomastro) per spiegarci i motivi della decisione e concordare una data del Consiglio (visto che poi hanno votato solo 6 consiglieri su 13 perché molti erano assenti quel giorno). Ieri, quindi, siamo stati convocati per chiederci un voto su una decisione presa da lui, con quelle modalità e per giunta dopo che, come al solito, non siamo stati minimamente coinvolti, né informati sulla questione. Tra le altre cose, ad ulteriore conferma del dilettantismo politico, ma soprattutto della prepotenza e del delirio di onnipotenza del sindaco, abbiamo proposto di votare un rinvio della votazione proprio per venire incontro al sindaco, ma quest’ultimo ha declinato la proposta, pur non avendo i numeri, dimostrando, oltre che dilettantismo politico, ancora una volta, assoluta mancanza di rispetto e considerazione per l’opposizione in Consiglio comunale, che, è bene ricordare, rappresenta il 55% degli elettori triventini. Alla fine la maggioranza ha rinviato la votazione al prossimo consiglio di oggi 14 agosto, cosa che avevamo proposto noi, ma proprio per questo era stata rifiutata dall’uomo solo al comando. Sarà un’altra prova d’appello per la maggioranza, in quanto, se dovesse ripetersi quanto accaduto nello scorso consiglio, sarebbe opportuno che il sindaco faccia una riflessione sulla tenuta della sua maggioranza fino al termine della legislatura per non fare perdere ulteriore tempo a Trivento e ai triventini. I consiglieri: Luigi Pavone; Diego Scarano; Gianfranco Mazzei; Angelo Lomastro”.