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mercoledì, Novembre 27, 2024

Il gruppo di minoranza “Futuro Trivento”: consiglio comunale lampo, in 5 minuti discussi ben 8 punti all’ordine del giorno

AttualitàIl gruppo di minoranza “Futuro Trivento”: consiglio comunale lampo, in 5 minuti discussi ben 8 punti all’ordine del giorno

Il gruppo di minoranza “Futuro Trivento”: consiglio comunale lampo, in 5 minuti discussi ben 8 punti all’ordine del giorno. “Nell’ultima seduta di consiglio comunale – scrive in una nota Luigi Pavone, capogruppo di Futuro Trivento – nella quale si dovevano discutere ben nove punti all’ordine del giorno, di cui uno proposto dai consiglieri di minoranza unitamente all’ex assessore ai Lavori pubblici Ing. Angelo Lomastro, abbiamo assistito all’ennesimo smacco alla dignità di quella che è la massima espressione della democrazia di un Comune. Il consiglio, convocato alle ore 20:30, è iniziato alle ore 20:35 e alle ore 20:40, orario di ingresso del consigliere di minoranza Griguoli, quindi dopo cinque minuti dall’inizio della seduta, era praticamente già finito. Infatti, già era stato discusso l’ottavo punto all’ordine del giorno, in cui si discuteva la nostra proposta di recedere dall’Unione dei Comuni del Medio Sannio, presentata proprio per consentire al comune di Trivento di recedere dall’Unione, rispettando lo statuto di quest’ultima, che prevede che il recesso venga votato con i 2/3 di tutti i consiglieri eletti dopo che la maggioranza, nel novembre 2022 aveva già deliberato il recesso con soli 6 votanti, quindi con una maggioranza non sufficiente secondo lo statuto dell’Unione. Successivamente, dopo che l’Unione ha deliberato di non poter accogliere il recesso del Comune di Trivento, perché non conforme allo statuto, sono stati convocati ulteriori due consigli comunali lo scorso agosto per approvare un atto meramente confermativo della delibera fatta nel novembre 2022. In particolare, nel Consiglio dell’8 agosto come minoranza abbiamo chiesto di rinviare la votazione per il recesso al fine di conseguire la maggioranza dei 2/3 che non era stata raggiunta, ma la richiesta è stata respinta. A quel punto, abbiamo proposto noi un consiglio per deliberare il recesso in ossequio allo statuto dell’ente, ma, nonostante la proposta venisse da noi, non ci è stato concesso di discuterla perché siamo arrivati in ritardo, nello specifico di 5,8 e 10 minuti. Stupisce come la maggioranza abbia, in soli 5 minuti, discusso ben otto punti all’ordine del giorno e che, come spesso abbiamo fatto durante questi quattro anni nei confronti dei consiglieri ritardari, molto spesso della maggioranza, non si sia aspettato qualche minuto per consentire ai proponenti di entrare in aula di Consiglio. Il sindaco ci ha detto che hanno approvato così velocemente le proposte perché conoscevano già i provvedimenti, cosa che ci risulta alquanto strana, perché, per esempio, in tutte le sedute consiliari precedenti è stato sistematicamente il responsabile del servizio finanziario ad illustrare le variazioni, anziché il sindaco che ha delega specifica al Bilancio. Per quale motivo, se si conoscono i provvedimenti, si coinvolgono i responsabili di settore per illustrarli, quando, in realtà, spetterebbe al sindaco, in quanto detentore della delega al bilancio, illustrarli? In ogni caso, la maggioranza ci ha informati che comunque avrebbero votato contro la nostra proposta di recedere dall’Unione, in quanto si sarebbe andati ad annullare gli atti precedentemente adottati. A noi risulta che il Comune di Trivento è ancora formalmente all’interno dell’Unione dei comuni, tant’è che riceve ancora le comunicazioni da quest’ultimo e, come detto dal sindaco stesso in Consiglio, anche dalla Prefettura, che, pare, sia in procinto di commissariare l’Ente. Pertanto, se avessimo votato la nostra proposta, avremmo sicuramente ottemperato allo statuto e quindi il nostro recesso sarebbe stato difficilmente oppugnabile. Come al solito, abbiamo assistito all’ennesima prova di assoluto disprezzo e non considerazione della minoranza consiliare, espressione di oltre il 60% degli elettori triventini. Nei prossimi giorni – chiude la nota di Pavone – presenteremo di nuovo una richiesta di Consiglio per deliberare il recesso, avendo cura di pernottare già dal giorno prima della convocazione del Consiglio presso la sede consiliare, in maniera da impedire un altro Consiglio lampo”.

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