Otto anni dall’assassinio in Kenya della dottoressa di Trivento Rita Fossaceca. Il 28 novembre del 2015, nel villaggio di Mijomboni, nell’entroterra di Malindi in Kenya, il cuore di Rita Fossaceca terminò di battere, a seguito di un colpo mortale, fatto esplodere da alcuni criminali del posto. Un cuore grande, che batteva per i suoi orfani in Africa e proprio a loro ha sacrificato il suo ultimo battito, a 51 anni. Rita Fossaceca, originaria di Trivento, esercitava la sua professione medica presso l’ospedale Maggiore di Novara, reparto di radiologia interventistica nonché ricercatrice presso l’Università del Piemonte Orientale, ma la sua grande passione erano i bambini, in particolare gli orfani di quel piccolo villaggio dell’Africa orientale, che lei seguiva da anni, con grandi sforzi, nonostante la consapevolezza degli alti rischi, come volontaria dell’associazione umanitaria ForLife Onlus. Sono trascorsi 8 anni, alcuni dei suoi familiari sono sopravvissuti a quella efferata rapina, i genitori e lo zio, ma nessuno è mai riuscito a superare quel violento distacco da una persona che era semplicemente contenta nel fare del bene a chi aveva molto bisogno. Tante sono state le iniziative per tenere viva la memoria della dottoressa Rita Fossaceca, ricordiamo solo la Medaglia al valor civile, conferita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e l’ultima che testimonia come quel seme che lei ha lanciato germoglia continuamente, e lei in esso: quest’estate, in occasione dell’intitolazione della piazzetta alla dottoressa Rita Fossaceca, lungo il corso di Trivento, il professore Alessandro Carriero, ordinario presso l’Università del Piemonte Orientale di Novara e direttore dell’istituto di radiologia dell’ospedale Maggiore, nonché presidente della ForLife Onlus, collega e amico di Rita Fossaceca, ha portato con se, non solo una parte di Rita Fossaceca, ma anche una volontà che la sua collega dottoressa avrebbe certamente condiviso, un dono di 5 mila euro da devolvere in azioni per i giovani della città. Grazie a questa iniziativa, oggi i ragazzi di Trivento possono giocare a calcetto su manto di erbetta verde: la speranza.