Lavori come la tela di Penelope, che si fanno si disfano. Da cinque anni il viadotto Molise 1, uno dei due ponti che attraversano il lago di Guardialfiera, è un cantiere a cielo aperto. Su entrambi sono stati effettuati lavori di consolidamento, cominciati dopo il crollo del viadotto Morandi a Genova, coinciso in Molise con il terremoto di Guglionesi e Montecilfone.
Per facilitare la circolazione sulla Fondovalle del Biferno, asse strategico interno costa, è stata realizzata e aperta anche una bretella. Costo 5 milioni di euro.
Semafori, sensi di marcia alternati, tempi di percorrenza allungati. Questo per quanto attiene al disagio che chi viaggia lungo quella strada è costretto a sopportare.
Capitolo a parte merita l’aspetto appalto, lavori. L’ultima denuncia arriva dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl, e Uil secondo i quali i lavori sono a un punto morto.
Più volte, sostengono Fillea, Filcam e Feneal, è stato chiesto un incontro a Prefettura e Anas per prendere in considerazione le rivendicazioni dei lavoratori. Prima impiegati della Amec Srl, oggi diventata Sostenia, gli operai si presentano al cantiere ma vengono fatti stare fermi senza lavorare e senza nessuno che dia spiegazioni. Da novembre non vengono nemmeno pagati.
Non riusciamo ad avere un incontro con la ditta, dicono Cgil, Cisl e Uil, ma nel frattempo vengono notificate lettere di trasferimento in altri cantieri, ad esempio in Sicilia, a lavoratori che rischiano di essere licenziati nonostante l’opera per la quale sono stati assunti deve essere ancora completata.
Cinque anni di code, qualche tamponamento, aggravio dei costi per lavori di consolidamento dei piloni, delle arcate, il rifacimento dei giunti di una strada che anche quando la messa in sicurezza dei due viadotti verrà completata è comunque vecchia e inadeguata alla mole di traffico che deve sopportare. Molise 1 e Molise 2, una telenovela messicana che si chiama Bifernina.