Isabel de Requenses, nobildonna spagnola e contessa di Trivento, nel ritratto di Raffaello Sanzio custodito al Louvre di Parigi. La contea di Trivento, con diploma del 1465, c’è chi sostiene 1467, venne data in feudo a Luigi Galzerano de Requesens, Capitano Generale della Flotta, catalano al servizio degli aragonesi. Venne insignito di questo titolo, conte di Trivento, dopo la battaglia dell’isola d’Ischia, passata dal dominio angioino agli aragonesi (con ogni probabilità l’area industriale Piana d’Ischia di Trivento porta questo nome proprio per questo motivo). Luigi Galzerano morì nel 1504, lasciando erede la figlia Isabella de Requesens, anche del titolo di contessa di Trivento, Avellino e Palamós, moglie di Raimondo di Cardona, Vicerè di Sicilia. Al Louvre di Parigi è custodito il ritratto di Isabel de Requenses, una splendida tela realizzata da Raffaello Sanzio. Fino al 1997, si pensava che la nobildonna raffigurata fosse Giovanna d’Aragona, figlia di Ferdinando d’Aragona duca di Montalto e di Castellana de Cardona, figlia di Isabel. A questa splendida tela ha dedicato un’accuratissima monografia il grande storico vallecorsano Vittorio Ricci, nel libro “L’enigma di una dama – La viceregina del ritratto di Raffaello”. A pagina 119 è citato Pierluigi Russo di Trivento, appassionato di storia e di archeologia, che ha messo in risalto tanti aspetti di questa vicenda storico-artistica. Nella breve prefazione del libro l’autore così scrive: «il caso della viceregina di Napoli e del suo meraviglioso ritratto, che solo da qualche decennio hanno destato l’interesse degli storici, facendo sì che si arrivasse finalmente ad attribuire il volto sublimato da Raffaello alla nobile signora originaria della Catalogna, ma che visse gran parte dell’esistenza a Napoli… Isabel de Requesens y Enriquez fu tra le donne più celebrate della Napoli del tempo, quando ci fu il passaggio dagli Aragonesi agli Asburgo di Spagna… figura idealizzata da poeti e pittori, tanto da essere eternata su tavola da Raffaello ed i suoi aiuti intorno al 1518, quando la giovane donna aveva 22 anni… il ritratto si dimostra di grande interesse, sia perché rappresenta una pietra miliare nell’ambito della ritrattistica femminile rinascimentale, sia per le evidenti analogie con “La Gioconda” di Leonardo».